A cura di Silvia Fasano, Patrizia Rossi – Master in Risorse Umane e Organizzazione, Giulia Vercillo – Master in Marketing Management
Il 10 marzo si è svolto presso il Business Center Copernico a Milano, il primo incontro del 2016 di ISTUD What’s Next: “Weness innovazione, cooperazione, crescita dell’economia del noi”. Ad intervenire come ospiti dell’evento sono stati Giorgio di Tullio, filosofo dell’innovazione e Massimiliano Guzzini, Vicepresidente di iGuzzini illuminazione e Direttore dell’area di Business Innovation & Networking.
Il termine Weness – che può sembrare a prima lettura un refuso per Wellness – significa letteralmente Noità ed è stato scelto da Giorgio di Tullio per introdurre il principio della complessità, dal latino cum-plexus (tessuto insieme). Per porre l’accento sull’importanza della connessione tra le parti, di Tullio ha portato l’esempio della realizzazione quasi liturgica dei tappeti Kilim. La preziosità di questi tappeti si fa risalire al processo di creazione che richiedeva la partecipazione attiva e complementare di tutti i membri del villaggio: nella trama di ogni tappeto era scritta la storia di quel determinato villaggio, di quella collaborazione e di “quell’abitare comune”. Allo stesso modo ogni azienda deve essere concepita come bene sociale considerando che il prodotto è il processo, ovvero la risultante del dialogo e della collaborazione che lo ha generato. Progettisti, produttori e utenti devono mostrarsi parte di una identità collettiva in cui ogni elemento nella sua unicità deve considerarsi coinvolto in una logica sistemica: un processo comune e interconnesso. Infatti, secondo di Tullio, l’azienda come entità ‘solitaria’ è in crisi e soltanto sistemi ben integrati e multidimensionali riescono a sopravvivere nello scenario competitivo. Da ciò la necessità di adottare un punto di vista innovativo, che vada oltre gli schemi consolidati e permetta di dare nuova luce agli elementi che ci circondano. Su questa scia l’intervento di Massimiliano Guzzini. L’azienda iGuzzini ha dedicato numerosi progetti di modernizzazione e riqualificazione del territorio, dai quali è emerso come luoghi ormai dimenticati e poco vissuti, possano tornare ad essere fonti di benessere, connessione e aggregazione. Tra i numerosi esempi citati, è interessante ricordare l’intervento di supporto alla riqualificazione del Ponte di Mostar, bombardato il 9 novembre 1993 dall’esercito Croato-Bosniaco. La distruzione del ponte ha rappresentato per oltre dieci anni il segno tangibile della divisione tra le due etnie. L’opera di ricostruzione, anche attraverso l’accurato progetto di illuminazione iGuzzini, ha contribuito alla rinascita di un prezioso collegamento fisico e sociale.
Ragionando per analogie, connessione e sinergie, dovrebbero essere gli elementi imprescindibili per le imprese del domani, che solo collaborando ed esaltando talenti collettivi, potranno cogliere al meglio le opportunità future.