“Per andare dove dobbiamo andare …
…per dove dobbiamo andare ?”
di Enzo Memoli, docente e consulente di project management. Ideatore e conduttore di MANNAGGIAMENT – Workshop Out Of Box. Progetto di riflessione e formazione manageriale “fuori dagli schemi”
Siamo a Milano in piazza del Duomo e i mitici fratelli Caponi (Totò e Peppino) sono nel bel mezzo di una impegnativa azione volta all’implementazione di un ambizioso progetto con finalità chiara e condivisa: riportare l’amato nipote sulla retta via dello studio universitario. Il tutto reso difficile dalla “sbandata” che il giovane ha per un’ammaliante soubrette dello spettacolo. E’ il 1956 quando Camillo Mastrocinque dirige con maestria “Totò, Peppino e ‘a Malafemmina”, consacrando di fatto la coppia comica per eccellenza della commedia all’italiana.
Può sembrare stravagante pensare che proprio una memorabile scena di quel film – per nulla osannato dalla critica del tempo ed oggi invece considerato un cult – ci aiuti a riflettere sul cosa vuol dire organizzare e gestire progetti in organizzazioni, più o meno complesse. E sì, i fratelli Caponi, al tempo t con zero – come dicono gli ingegneri, quelli bravi che progettano – hanno ben chiara la mission del loro “progetto” ma poi, al tempo t con 1 – come dicono gli ingegneri quelli “buoni” che ci sono ancora e non si sono defilati alla prima variante del piano – si ritrovano in mezzo piazza del Duomo con le loro necessità operative, i loro concreti dubbi e umane debolezze. Così in mancanza di una seria pianificazione esecutiva che dia loro le indicazioni fondamentali, non hanno altra scelta che affidarsi a terzi e considerare legittima e ragionevole la famosa domanda che sempre più spesso riecheggia all’interno di project team troppo orientati alla fase del “do” e troppo poco sensibili a quella del “plan”: “Per andare dove dobbiamo andare …per dove dobbiamo andare?”. Insomma, Totò e Peppino con il loro confondere finalità con obiettivi, sono i migliori testimonial per una campagna di sensibilizzazione finalizzata alla promozione e allo sviluppo del project management in azienda, con buona pace di guru e “para-guru” competenti di una disciplina che assume, in tutti gli ambiti organizzativi, risvolti strategici e prioritari per la vita aziendale.
Che si tratti di recuperare efficienza, che si voglia aumentare l’efficacia, che si insegua il cambiamento e che si “spinga” all’innovazione, tutto passa , gioco forza, attraverso l’organizzazione e la gestione di progetti. Il project management ha da tempo valicato gli storici confini dell’ ingegneria impiantistica e delle grandi opere, per assurgere a “modus operandi” applicabile a tutte le aree aziendali come le Human Resource, IT, Marketing e Finance. Ma c’è di più. Il project management parla la lingua dell’interdisciplinarietà e dell’interdipendenza funzionale. Per questo oggi serve, sempre più, avere in organizzazione uomini e donne (notare il politicamente corretto in una disciplina che è maschilista suo malgrado: il lavoro espresso in giornate/uomo! e le donne?) che sappiano leggere, comprendere e attuare modelli di project management in un’ottica sistemica con la consapevolezza che il project management non riguarda il solo project manager e i suoi fidi componenti del team ma tutta l’organizzazione … usciere compreso!