Articolo a cura di Dario Pettenon – Master in Risorse Umane e Organizzazione 2016-2017
Cos’è un atomizzatore a scoppio? Un’invenzione di Archimede Pitagorico, avrei detto, come il Cappello Pensatore o il Trapano Per Fare Buchi Nell’Acqua. Invece no, direbbe Renato Cifarelli, che dell’atomizzatore fa ogni giorno un prodotto rilevante del proprio business. In quanto amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Cifarelli S.p.A., del settore macchine da giardinaggio, conosce ogni centimetro cubo dei suoi prodotti, ma non solo: conosce tutti i clienti ai quali li ha venduti, anche se sono sparpagliati ai quattro angoli del globo, in più di 80 Paesi. Certo, fino all’anno scorso gli mancava all’appello la Cina, ma ora, dopo l’accordo con Emak S.p.A., ha espanso il mercato fino alle terre della Grande Muraglia. E così la Cifarelli S.p.A. sta continuando a crescere da quando, mezzo secolo fa, Raffaele Cifarelli, il senior la fondò. E Renato ha trainato l’azienda in questa crescita continua, una volta subentrato al padre. Nonostante l’impegno necessario, non ha mai trascurato la sua famiglia e le sue passioni, il rock e le Harley, trovando quel tanto agognato work-life balance che in tanti raccontano con la stessa aria sognante del proverbiale ago nel pagliaio.
Ma l’ago nel pagliaio l’hanno trovato anche quei contadini dei Paesi in via di sviluppo che, vivendo con $300-400 l’anno, si affidano ai prodotti Cifarelli: efficienti, con un lungo ciclo di vita ed una manutenzione capillare garantita dal produttore. Lo stabilimento madre, allocato a Voghera, non ha un magazzino, perché il lotto economico dell’azienda è 1: la produzione è personalizzata e dipende direttamente dalla richiesta del cliente. In questo modo, la fidelizzazione del cliente non ha necessità di essere implementata: nasce spontaneamente e si mantiene, perché la qualità è garantita dall’inizio alla fine. Ciò contribuisce anche all’innovazione – che Renato definisce “un miglioramento continuo del già esistente” – tramite la raccolta di opinioni da parte dei clienti stessi ed il tentativo di risolvere volta per volta i problemi che si pongono. Frenesia è una delle parole più frequenti sulle bocche dei dipendenti, continuamente incentivati a dare il proprio meglio e ad evitare che sia l’innovazione a raggiungerli, e non viceversa.
Ad oggi, i prodotti principali sono il suddetto atomizzatore, che era e resta il fiore all’occhiello dell’azienda, l’aspiratore di castagne e nocciole (di produzione esclusiva Cifarelli) e lo scuotitore, che in Spagna – dove viene esportato l’80% della produzione – riveste un’importanza fondamentale per la raccolta delle olive. E si tratta, per così dire, di oggetti di uso non comune che hanno, apparentemente, un legame solo secondario con la tecnologia digitale. Eppure non è così.
L’informatica, lato sensu, è uno dei cavalli di battaglia dell’azienda, a partire da Renato stesso: l’industria 4.0, di cui è profondo conoscitore e promotore, fa ormai parte della cultura aziendale; non ha nessuna remora ad ammettere che gli apparecchi sono destinati a comunicare tra loro, indipendentemente dall’intervento umano. L’investimento in innovazione digitale ed informatica può davvero, al giorno d’oggi, fare la differenza e fornire un vantaggio competitivo davvero rilevante; chi non si confronta con questa realtà rischia di restare fuori dal mercato, perché la crescita tecnologica è, piaccia o meno, inarrestabile.