Abbiamo trascorso il nostro periodo di stage presso il FAI – Fondo Ambiente Italiano durante il Master in Risorse Umane. Ecco com’è lavorare nel settore no profit:
Barbara Desiree Conversano: Il FAI è una Fondazione privata senza scopo di lucro che nel tempo ha conosciuto una significativa evoluzione e crescita in termini di diffusione e capillarità sul territorio, in termini di popolazione e per la quantità di Beni acquisiti.
Le attività quotidiane dell’ufficio risorse umane sono le stesse che si svolgono negli uffici del personale di altri settori. Alcune funzioni sono meno articolate e alcuni processi più snelli; ma anche se il core business non è il profitto, gli aspetti legati al budget sono comunque essenziali perché tutto ciò che il FAI riesce a raccogliere è volto al reinvestimento delle risorse.
E’ possibile però cogliere diversi spunti legati alla specifica e particolare attività svolta, e questo ovviamente si respira nel clima dell’ambiente di lavoro. Partendo da un aspetto molto pratico, ma non banale: le retribuzioni sono in parte differenti dal mercato profit, e ciò che spinge le persone a legarsi al proprio posto di lavoro, è un commitment cha ha ragioni diverse e si crea a partire dalla profonda condivisione della missione della Fondazione.
Noemi Billeci: Lavorare nel no profit significa lavorare in un’impresa con uno scopo molto alto e nobile, dove il valore più importante è l’utilità sociale. Se da un lato nel profit è importante il risultato quantitativo tangibile, nel no-profit conta molto lo spirito con cui lavori e la qualità del lavoro che fai. Ciò naturalmente non vuol dire che non si ponga il problema del contenimento dei costi e del risanamento finanziario.
Il FAI è un ambiente interessante e ricco di stimoli, con delle profonde radici culturali, in cui si respira una forte spinta motivazionale, ancorata alla sua mission: salvare il patrimonio culturale dell’Italia, agendo concretamente. Chi lavora al suo interno si trova quotidianamente a far fronte a diverse problematiche legate alla gestione dei Beni: la salvaguardia e la manutenzione programmata dopo un intervento di restauro, la gestione del personale e la standardizzazione delle linee guida, l’organizzazione di eventi Nazionali, la gestione delle numerose donazioni e la progettazione di iniziative che possano incentivare gli stakeholders (privati cittadini, aziende ed enti pubblici) a contribuire al sostentamento della Fondazione. Infatti Il FAI non potrebbe certamente esistere senza il contributo quotidiano di chi sostiene il suo operato. Il pubblico è molto attirato dalle possibilità che un’Organizzazione come il FAI può offrire, e i numeri parlano chiaro se si pensa ai 480.000 visitatori che nel 2014 hanno visitato i suoi Beni.
La conoscenza acquisita durante il Master in Risorse Umane che ci ha maggiormente aiutate nel lavoro è stata…
Barbara Desiree: Nella mia esperienza, tutti gli insegnamenti impartiti durante il Master sono emersi nelle attività mi sono trovata a svolgere; dalle tecniche di selezione, alla visione di un contratto di lavoro, all’analisi di bisogni formativi, alla costruzione di una tabella pivot (excel.. odi et amo). Il Master mi ha fornito le basi, ma ovviamente trovarti ad operare è diverso dalla teoria.
E’ stato fondamentale il modulo di Organizzazione. Sebbene ogni realtà sia differente, mi ha consentito di guardare al FAI in logica organizzativa, a mio avviso la base da cui partire per capire il sistema di funzionamento e la cornice di senso entro cui operano le persone che ne fanno parte.
Quello che invece applico più “inconsciamente”, è l’atteggiamento nei confronti del lavoro: dalla gestione del tempo, al lavorare per priorità, al fissare gli obiettivi, a seguire una logica di efficienza nelle attività, all’essere proattiva e curiosa.
Noemi: Indubbiamente sono stati fondamentali i lavori di gruppo e project work in cui siamo stati coinvolti durante il Master, che hanno esercitato la nostra capacità di lavorare in squadra e le nostre abilità relazionali (team building, public speaking e negoziazione) oltre che organizzative e gestionali (project management, time management). Necessarie sono state anche le lezioni di micro e macroeconomia e quelle sul sistema impresa, che ci hanno consentito di imparare il linguaggio proprio dell’azienda e di calarci nella sua dimensione, caratterizzata da molteplici sfaccettature. Infine, ho avuto modo di mettere in pratica quanto studiato durante le lezioni di selezione, formazione ed organizzazione e di utilizzare quanto appreso durante le utilissime lezioni di informatica.
Il 12 ottobre si è svolta la FAI Marathon, un evento culturale, non sportivo, organizzato dalle Delegazioni e dai volontari FAI e realizzato grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI “Ricordati di salvare l’Italia” a cui ha collaborato tutta la struttura:
Barbara Desiree: Giunto alla sua terza edizione, l’evento ha raccolto 40.000 partecipanti e da un sondaggio fatto tra il pubblico, risulta che il 95% è molto soddisfatto di questa esperienza; questo dipende molto dalla qualità del lavoro svolto in loco dalle Delegazioni e dai volontari che hanno gestito l’organizzazione e le guide.
Il mio contributo, è stato molto (!) operativo: abbiamo confezionato i kit da distribuire ai punti di partenza, imbustato i plichi da spedire alle Delegazioni, formattato le immagini per poterle inserire all’interno del sito.
Infine, nel weekend dell’evento, è stato predisposto un call center per fornire informazioni. Ho trascorso la giornata svolgendo questa attività che ha messo alla prova una certa dose di problem solving visto che le richieste spesso andavano al di là delle informazioni su FAI Marathon.
Ma la soddisfazione più grande sono state le parole di una signora, che alla fine della telefonata mi ha detto “La ringrazio, lei è stata molto gentile… proprio in stile FAI”… mi ha strappato un gran sorriso.
Noemi: Abbiamo partecipato all’evento che ha riscosso davvero un notevole successo, coinvolgendo 120 città in tutto il paese. La pianificazione e progettazione dell’evento ha richiesto diversi mesi di lavoro e un notevole impegno da parte dell’Ufficio Progetti Nazionali che ha curato tutto nei minimi dettagli, dalla logistica, ai contatti con le Delegazioni Regionali, alla realizzazione dei percorsi di visita sul territorio, alla messa a punto dell’interfaccia web per l’evento.
Il mio contributo è stato relativo alle operazioni di aggiornamento e sincronizzazione della pagina web in tempo reale, alla formattazione delle immagini caricate sul sito e a garantire l’assistenza telefonica durante il weekend dell’evento. Le telefonate sono state davvero numerose e in relazione alle richieste di assistenza telefonica ho fornito un feedback all’Ufficio Progetti Nazionali, per il miglioramento continuo del servizio durante le prossime edizioni dell’evento.
Concludendo se dovessi descrivere la mia esperienza al FAI userei indubbiamente solo aggettivi positivi: emozionante, dinamica, coinvolgente, gratificante.
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