Al termine della fase d’aula del Master Scienziati in Azienda è prevista la realizzazione di un Project Work tecnico, utile a mettere in pratica le conoscenze apprese durante le settimane di formazione.
Abbiamo chiesto ai partecipanti di raccontarci brevemente come è stato lavorare in gruppo, come sono state organizzate le attività e quali sono state le fasi principali del progetto.
La sintesi del lavoro del gruppo composto da Anastasia Amato, Linda Colombo, Michela Letizia, Ilaria Lupoi, Fabio Perrino, Chiara Petracca e Orsana Vigliucci.
Eravamo tutti in fibrillazione il giorno del lancio del secondo project work, mentre selezionavamo su smartphone le aree e i temi che ci interessavano di più: “Su quali progetti hai messo le priorità? Secondo te è meglio il progetto sulla start-up innovativa o quella sul medical device per interventistica?” “Mmh, non credo proprio che possa piacermi il progetto sull’integratore! Vi avviso, io ho selezionato “area medica” e voglio occuparmi dell’area medica!”.
Al termine della definizione dei gruppi, eravamo molto soddisfatti del prodotto assegnatoci: facevamo parte di un’azienda leader di settore, il prodotto aveva novità interessanti nella formulazione, bisognava definire la nostra quota di mercato, pianificare l’accesso alle diverse regioni ed elaborare delle attività di comunicazione strategiche per inserirci efficacemente in un mercato saturo. In più ognuno di noi avrebbe avuto la responsabilità di uno specifico campo di interesse: medico, regolatorio, marketing e market access.
Ci è stato accennato più volte, nel corso delle lezioni e delle testimonianze, come proprio questi settori si scontrino spesso nelle aziende farmaceutiche e biomedicali. Le cause sono molteplici: organizzazione poco chiara, definizione dei ruoli non ben definita, strutture matriciali, regole troppo ferree o troppo poco definite, politiche incerte. Eppure, la causa scatenante delle incomprensioni, dei problemi e della maggior parte del tempo perduto aveva, sempre, lo stesso minimo comun denominatore: la poca comunicazione tra le aree.
ISTUD si è dimostrata dal primo giorno estremamente attenta alle tematiche della comunicazione efficace e della negoziazione come strategie determinanti nella risoluzione dei problemi.
Nel corso dell’intera fase d’aula abbiamo lavorato in gruppi sempre diversi, a rotazione, su piccoli assignments sempre nuovi e sfidanti. Eppure, nonostante qualche piccolo problema qui e là, queste tematiche, così ampie e per certi versi astratte, non ci sono mai state così chiare e vicine come durante questo secondo project work.
È proprio sul tema della comunicazione che è emersa la nostra sfida più grande: con l’aumentare dei compiti e del carico di lavoro, il pericolo di restar chiusi nella propria nicchia di interesse era alle porte. Un pericolo che si è, difatti, manifestato. Man mano che il tempo passava e che le attività da fare si moltiplicavamo ci siamo resi conto che quanto più sfidante e complesso era l’incarico, tanto più il contributo di ogni singolo componente del gruppo era determinante, non solo per la buona riuscita del progetto ma anche e soprattutto per la salute e il benessere del gruppo mentre il progetto stesso era in corso d’opera.
Bisognava far comprendere a tutti la necessità di restare costantemente aperti al confronto e, soprattutto, di essere il più flessibili possibile riguardo alla propria area.
Quello che possiamo dire, alla fine del progetto e del nostro percorso d’aula in ISTUD è che abbiamo imparato tantissimo:
- Abbiamo imparato che l’interdipendenza delle persone all’interno di un team non significa “tu fà bene il tuo lavoro, che io faccio bene il mio”.
- Abbiamo imparato che la responsabilità di un progetto appartiene a tutti, anche a chi si tira fuori dai giochi.
- Abbiamo imparato che le persone insostituibili sono quelle che hanno la determinazione di mettere a servizio di tutti il proprio talento e il proprio tempo, che è unico e prezioso.
- Abbiamo imparato che le doti di leadership si sviluppano a partire dall’ascolto, dal confronto, dal coraggio di mettersi in discussione e di prendere delle decisioni.
- Abbiamo capito che ciò che davvero ha fatto la differenza nel nostro gruppo sono stati tre diversi aspetti: il desiderio di mettersi alla prova, la voglia di sporcarsi le mani e il coraggio di scegliere e di sbagliare.
Al termine di questo periodo intenso e unico del Master Scienziati in Azienda ciò che ci resta, oltre alle competenze tecniche e relazionali, sono i rapporti di amicizia che abbiamo instaurato in ISTUD. Alcuni di questi non si basano solo sulla condivisione di esperienze all’interno del Campus o su affinità caratteriali: alla base hanno una grande stima reciproca. Stima per lo spirito di squadra e di sacrificio che muove le persone piene di talento con cui abbiamo lavorato sodo.
Ed è con il sorriso al pensiero delle risate che alleggerivano i momenti più difficili che vogliamo ripensare al nostro percorso in ISTUD. Speriamo di incontrarci presto e, chissà, magari di avere modo più in là di lavorare ancora con persone in gamba come quelle incontrate qui.