Intervista realizzata nell’ambito del II Project Work a cura di Valeria Sarobba, Claudio Grippi e Stefano Zullo, Master in Risorse Umane 2014-2015.
Nato in campagna tra le colline marchigiane, Enrico Loccioni, studia e lavora nelle sue terre d’origine dove, nel 1968, fonda un’impresa che oggi rappresenta uno dei più grandi gruppi di successo in tutto il mondo per quanto riguarda qualità, cura e sviluppo delle “persone” che in essa “collaborano” tanto da meritarsi, protratto negli anni, il riconoscimento di essere un “Great Place to Work”. Loccioni ama definire al sua impresa “una sartoria tecnologica, in cui ogni sistema di misura, controllo, automazione, per il miglioramento della qualità e dell’efficienza di prodotti e processi, viene progettato e realizzato su misura per il cliente, integrando le migliori competenze e tecnologie interne ed esterne e costruendo con clienti e fornitori relazioni di lungo periodo per lo sviluppo reciproco”.
“Perché non provarci? Al massimo, se non vuole, possono sempre dirci di no”. Deve essere stato questo il nostro pensiero quando abbiamo deciso di scrivere all’ufficio comunicazione della Loccioni, impresa conosciuta come ”l’azienda che trasforma i dipendenti in imprenditori”, chiedendo di incontrare il suo fondatore per un’intervista. E mai avremmo potuto ottenere una risposta più gradita: Enrico Loccioni in persona sarebbe stato a nostra disposizione! Eccoci quindi ad Angeli di Rosora, nell’entroterra marchigiano in marcia verso la sede di Loccioni. All’apparire dell’insegna, già visibile dalla statale, l’impazienza è alle stelle e la soddisfazione è tanta. Arrivati alla reception, Maria Paola Palermi, la communication manager di Loccioni con cui abbiamo organizzato l’appuntamento, ci accompagna nell’ufficio del signor Loccioni che ci accoglie offrendoci degli squisiti mandarini: lo vediamo compiere questo gesto con una sincerità, una franchezza e una genuinità davvero disarmanti. Veniamo quindi fatti accomodare attorno al grande tavolo presente nella stanza e il nostro interlocutore vuole subito conoscere chi siamo, qual è la nostra storia. Vuole sapere di noi, vuole ascoltarci. Mentre rispondiamo, Enrico Loccioni ci segue e ci osserva attentamente, tiene davanti a lui un taccuino e spesso scrive commenti o annotazioni. Passiamo poi all’intervista vera e propria: invece di rispondere domanda per domanda il nostro testimone preferisce leggerle dall’inizio alla fine, appuntarsele e rispondere spaziando liberamente e proponendo il suo personale ordine. Abbiamo perciò preferito conservare intatta questa impostazione per renderci testimoni del clima e del calore che si sono respirati durante il nostro straordinario incontro.