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Neuromarketing: dal Branding al Braining – Project Work Master Scienziati in Azienda

Project work a cura di: Roberta Barletta, Ludovica Conforti, Leonardo Gallasio, Barbara Magri e Brunella Merante – Master Scienziati in Azienda 2016-2017

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Vi siete mai chiesti cosa ci spinge all’acquisto di uno specifico prodotto? È possibile prevedere le nostre scelte d’acquisto? Siamo bombardati da pubblicità a cui siamo esposti quotidianamente ma come riusciamo a ricordare qualcosa associandolo al brand? Quali fattori fanno sì che uno slogan risulti interessante?

Fino a qualche tempo fa gli uomini del marketing tradizionale non sapevano cosa governava il nostro comportamento perciò si basavano sulla fortuna, sulle coincidenze o sugli stessi trucchi che dopo un po’ iniziarono a perdere magia.

In un’Era sovraccarica di tecnologia e di stress, l’irrazionalità aumenta in maniera considerevole, i consumatori iniziano a farsi trasportare dall’influenza delle loro menti irrazionali di conseguenza le vecchie tecniche di marketing risultano fallimentari. Le regole del gioco cambiano ed è il consumatore che decide a causa della sua imprevedibilità e capacità repentina di cambiamento, quindi perché non adattare le strategie di marketing agli istinti inconsci? Con l’utilizzo delle tecniche di Neuromarketing le aziende potrebbero avere uno strumento in più da affiancare alle indagini di marketing tradizionale per creare campagne e servizi efficaci.

Stiamo vivendo una sorta di rivoluzione copernicana: le aziende si stanno rendendo conto che la terra è proprio rotonda. Gli uomini di marketing hanno iniziato a scoprire cosa succede nei nostri cervelli mentre scegliamo un brand piuttosto che un altro.

Per capire quale regione del nostro cervello funge da protagonista nel fitto garbuglio neuronale è utile suddividere il nostro cervello in una serie di regioni differenti, che rappresentano una combinazione di: fisiologia, funzionalità e sviluppo evolutivo.

L’utilizzo delle tecniche di Brain Imaging sono alla base degli studi relativi al Neuromarketing. In questo lavoro abbiamo approfondito le varie tecniche per dare una visione più chiara delle modalità d’uso associandole al mondo del marketing. Con il neuromarketing nasce anche il Sensory Branding un approccio basato sui cinque sensi piuttosto che razionale. In questo vortice di scelte irrazionali e istintive non è da sottovalutare l’influenza dei neuroni specchio sulle scelte d’acquisto e come la pubblicità riesce a catturare una parte dei processi cerebrali che sottendono le decisioni.

Il Neuromarketing è ormai alle porte e senza accorgerci di nulla ne saremo sopraffatti quindi è importante che la comunità scientifica apra un sipario su questa nuova visione del marketing e che si doti di opportuni strumenti per monitorare la crescita di questi fenomeni e poterli regolamentare in maniera adeguata. Con questi esperimenti di scansione cerebrale è stato scoperto che i nostri cervelli sono fatti in modo da attribuire al brand un significato quasi religioso, creando una sorta di fedeltà immutabile, ciò permetterà di prevedere direzioni e tendenze nel settore del commercio. Sarà la strada verso il successo per qualsiasi azienda vendere ai nostri sensi.

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Roberta Barletta

Roberta Barletta

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