A cavallo delle festività natalizie sono stati pubblicati molti studi relativi ai profili più richiesti dalle aziende oppure i ruoli scoperti. Ho letto parecchi di questi articoli e ricerche e vorrei dare qualche consiglio a chi si affaccia oggi al mondo del lavoro spiegando perché, come ISTUD, abbiamo introdotto lo scorso anno il Programma formativo “Retail Your Talent“.
Il primo dato che emerge leggendo questi studi è che in realtà tra le professioni più ricercate ce ne sono di faticosissime come il falegname, l’idraulico, lo scaricatore e il muratore oppure badanti e addetti alle pulizie. Alcuni di questi lavori potevano in passato anche evolversi in attività imprenditoriali oppure essere fasi temporanee della vita di una persona (“ho iniziato come apprendista ed oggi ho un’impresa edile con 100 dipendenti” si legge in alcune interviste) però oggi lo sono molto raramente, con tutele contrattuali sempre più deboli. Dall’altro emerge che le professioni da “colletti bianchi” e gli impieghi tradizionali per il ceto medio stanno praticamente scomparendo. Non si cercano praticamente più impiegati, segretarie o amministrativi. Probabilmente quelli che sono già assunti a tempo indeterminato nelle aziende saranno sufficienti fino a quando, a 67 anni, potranno finalmente essere pensionati. Con poche eccezioni, le assunzioni aziendali si concentrano su profili molto specifici e quindi frammentati (es. esperti di social media di settore, lean managers, sistemisti, tecnici specializzati).
In questo scenario certamente non facile, ci sono alcune interessanti eccezioni non di nicchia ma di tipo macro che vale la pena, appunto di segnalare perché su tali aree, come ISTUD, abbiamo scelto di investire e sviluppare Master e Programmi formativi per giovani neolaureati.
Il primo percorso per Laureati, che si differenzia dai Master in quanto più breve ed intenso, è stato Scienziati in Azienda, giunto alla sua XVI edizione, creato allo scopo di preparare laureati in materie scientifiche (Biologia, Chimica, Farmacia, CTF, Medicina etc) all’ingresso in aziende di tipo Life Science quindi farmaceutiche, bio-medicali, di apparecchiature mediche. Ogni anno vi partecipano circa 50 studenti con percorsi accademici molto brillanti che sono molto richiesti e che hanno potuto accedere a percorsi di carriera remunerati e soddisfacenti perché c’è una esigenza di tipo macro da parte delle aziende e un gap importante nel mondo dell’Università (infatti le richieste sono addirittura aumentate negli anni).
Con lo stesso spirito, lo scorso anno, abbiamo creato il programma Retail Your Talent che nasce dall’esigenza macro di avvicinare il mondo dell’Università al mondo delle aziende di Retail. Le aziende di Retail e le professioni legate al punto vendita, come categoria, sono infatti ai vertici di tutte le classifiche dei mestieri e ruoli più richiesti (store manager, retail specialist, addetto vendite, trade marketing). Però esistono alcune barriere importanti all’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Dal punto di vista dei giovani alla ricerca di lavoro ci sono alcuni pregiudizi che hanno a che fare con il lavorare sul punto vendita (“ho studiato tanto ed ora faccio il/la commessa“) oppure sul fatto che si tratti di un lavoro molto duro (domenica, orario, scaricare scatoloni). Dal punto di vista delle aziende la lontananza del mondo accademico dalla realtà retail – sia tradizionale sia virtuale – quindi la preoccupazione di trovare persone con molte aspettative e poca praticità, indispensabili in contesti distributivi.
Il primo problema, ovvero il percepito dei ragazzi, è un pregiudizio che va assolutamente sfatato. Conoscere la realtà del negozio, del magazzino o del “campo” in generale è fondamentale ed è certamente duro ma esiste una radicale differenza rispetto ai mestieri che abbiamo menzionato all’inizio (addetto pulizia, falegname, badante o muratore) ovvero la prospettiva che possa evolversi e si possa crescere, che da Sales Assistant si possa diventare Store Manager, che da Junior si diventi National Account). Entrare nel mondo del Retail non è una garanzia ma è una possibile strada sia per chi aspiri ad un lavoro qualificato, dinamico e a contatto con le persone sia per chi, magari, vuole diventare un futuro imprenditore. Se non ci credete, potete leggere le interviste fatte dagli allievi di Retail Your Talent edizione 2015 ai professionisti del settore.
Il secondo problema ovvero quello delle aziende nei confronti degli studenti lo abbiamo toccato con mano e purtroppo non è un pregiudizio ma una constatazione. Le università Italiane non preparano al mondo del Retail e del Commerciale nè da un punto di vista dei contenuti nè dal punto di vista dei comportamenti. Nelle facoltà di tipo aziendale si studiano quasi sempre solo imprese di produzione o di servizi finanziari, in quelle tecniche l’e-commerce si affronta dal punto di vista dei software, nelle scuole di moda si insegna fashion design e fashion styling, non a creare e mandare avanti un negozio. Ma questo aspetto, dal punto di vista di chi partecipa al programma è una opportunità straordinaria, come dimostra l’enorme attenzione ricevuta con oltre 15 aziende sponsor (Brand come Auchan, Yamamay, Marionnaud, Asics, Leroy Merlin, Tally Weijl) e numerose proposte di stage. Vale la pena segnalare, inoltre, che le aziende di distribuzione o di produzione per ruoli commerciali e di trade e sono estremamente esigenti sui profili, a conferma del fatto che vogliono investire e farli crescere. Vogliono persone capaci di relazionarsi con gli altri, con ottima dimestichezza numerica, doti di analisi abbinata a visione di insieme. E poi, sempre, un ottimo inglese.
Quindi possiamo concludere che la scelta di un Master dedicato al Retail nel 2016 può essere davvero un’ottima scelta non solo per trovare lavoro ma per avere prospettive di crescita e gratificazione. Non una scorciatoia ma un percorso impegnativo al quale cercheremo di prepararvi al meglio. Vi aspettiamo alle selezioni!
Per informazioni su Retail Your Talent visita il nostro sito!