A cura di: Giovanni De Martino, Shadi Fahle, Vito Andrea Nettis e Valentina Palimento – Master Scienziati in Azienda ISTUD XVI Edizione.
Enrico Grabbi, finiti gli studi secondari all’Istituto “Amedeo Avogadro”, decide di iniziare gli studi in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Torino. Sempre a Torino, dopo la laurea conseguita nel 2008, svolge uno stage presso il centro ricerche Telecom Italia, un lavoro interessante ma precario e senza prospettive. Così, nel 2009 decide di partecipare al programma “Scienziati in Azienda” a Stresa, un importante trampolino di lancio che gli permette di candidarsi allo stage in Medtronic, multinazionale del medical device. Da qui il passaggio ad IMS Health dapprima nella sede milanese e successivamente in quella londinese. A Londra raggiunge altri due importanti obiettivi: un contratto a tempo indeterminato con la stessa IMS Health ed un master in valutazioni economiche in ambito sanitario.
IMS Health è una multinazionale operante in più di 100 paesi che supporta prevalentemente l’industria farmaceutica attraverso la fornitura di dati, analisi e servizi di consulenza. I prodotti e i servizi dell’azienda sono vari e spaziano dallo sviluppo di strategie di accesso al mercato all’assessment delle strategie di marketing e di vendita dei farmaci.
Il 25 ottobre 2013 esce una tua intervista sul Corriere della Sera, dove descrivi il tuo percorso professionale. Hai proseguito la tua carriera nella IMS Health e acquisito a Londra, in cui vivi da oltre quattro anni, un master in valutazioni economiche in ambito sanitario. Cosa ti ha spinto a varcare i confini italiani? Hai qualche rimpianto?
“No, nessun rimpianto. Il motivo che mi ha spinto a trasferirmi all’estero, a Londra nello specifico, è stato quello di iniziare una vita lavorativa che potesse formarmi a livello internazionale e al contempo darmi stabilità economica. Sulla base della mia esperienza all’estero credo sia molto formativo, anche a livello personale, trasferirsi per un po’ di tempo fuori dal proprio Paese: aiuta a conoscere altre culture e modi di vivere diversi da quelli cui si è soliti. Questo vale in generale, non solo per chi vive in Italia.”
Il 12 ottobre 2015 Enrico ritorna in ISTUD sotto le vesti di testimone, dove ci spiega differenze dell’ambito sanitario italiano e inglese, e in particolare presenta la sua figura mettendosi a disposizione per rispondere alle nostre domande.
Cosa fa nel quotidiano un “Real World Evidence solutions consultant”?
Enrico risponde che :”Il Real World Evidence Solutions (RWEs) in IMS racchiude in sé diverse discipline che vanno dall’economia sanitaria agli studi epidemiologici. Nel mio caso specifico, mi occupo di analisi di costo-efficacia e di budget impact per prodotti in fase di lancio e pre-lancio. Queste analisi vengono poi documentate in un report o dossier utile ai fini della richiesta di rimborso alle agenzie del farmaco di vari Paesi. Tutto ciò comporta la gestione di timelines, attività di progetto e clienti che operano nell’industria farmaceutica. ”
Nell’immaginario collettivo, Londra è vista come una città dinamica dove si cambia job frequentemente. Come ti spieghi il contratto indeterminato che hai sottoscritto con IMS Health?
“Le due cose, contratto a tempo indeterminato e dinamicità di Londra, non sono antitetiche. Il contratto a tempo indeterminato è qualcosa di standard. Paradossalmente il contratto a tempo determinato in una città come Londra offre più stabilità economica di quello a tempo indeterminato. Sottolineo economica, non lavorativa. Qui in Regno Unito la scelta di uno o l’altro contratto dipende dai propri obiettivi di vita sia lavorativa sia personale. Per esempio, se si vuole lavorare per pochi mesi l’anno (normalmente sei) e spendere i rimanenti altrove, magari in vacanza, allora la scelta migliore è un contratto a tempo determinato. Questo ovviamente non giova in termini di progressione di carriera in un’azienda ed è associato al rischio di non lavorare per un certo arco di tempo. Nel mio caso mi è stato offerto un contratto a tempo indeterminato, che è pratica molto comune, ed ho accettato. Ciò non esclude la possibilità che una persona cambi lavoro dopo un certo numero di mesi o anni.”
Cosa ti senti di consigliare a chi iscrive al Master ISTUD “Scienziati in Azienda”, magari provenendo da un laboratorio di ricerca, senza avere una chiara idea di cosa fare dopo?
“Credo non sia cosa comune avere le idee chiare quando si terminano gli studi. Si può anche essere convinti di voler intraprendere un certo percorso lavorativo e poi magari ci si ritrova a fare tutt’altro rispetto a quanto si è studiato, ma è proprio questa variabile aleatoria che dà più “gusto” al tutto. Il consiglio che posso darvi è quello di iniziare da qualche parte, scegliendo un punto di partenza che, se non esattamente quello desiderato, sia il più possibile prossimo a ciò che vi piacerebbe fare. Dopodiché vedete come evolve, può essere che vi piaccia oppure che ne rimaniate insoddisfatti e vi poniate altre mete.”
“In poche parole, mettetevi in gioco. Avete l’età “giusta” per poterlo fare.”