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La funzione HR nel settore portuale: intervista ad Alberto Casali, Head of HR Voltri Terminal

INTERVISTA al Dott. Alberto Casali – Voltri Terminal Europa S.p.a., Head of HR & IR
A cura di: Andrea Antonelli, Antonio De Pascali, Angela Fedele, Yasmin Grelli, Luca Lotito del Master in Risorse Umane ISTUD 2013/2014.

Con il presente project work svolto per il Master in Risorse Umane, abbiamo avuto la possibilità di affrontare tematiche relative ad un particolare settore del mondo HR, caratteristico del settore portuale.

L’incontro con il Dr. Alberto Casali, Head of HR & IR in Voltri Terminal Europa S.p.a., ha messo in luce il singolare approccio in merito alla selezione, allo sviluppo e all’organizzazione del personale aziendale. Ha inoltre evidenziato l’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro e della diffusione di una cultura in tal senso. Infine è stata rilevata la peculiare gestione delle relazioni industriali e la necessità di giungere a dinamiche di cooperazione fra azienda e sindacati, per un migliore svolgimento dell’attività lavorativa.

 

ALBERTO CASALI: PERCORSO FORMATIVO E LAVORATIVO

Il Dr. Alberto Casali, laureato in Scienze Politiche nel 1992. Dopo un master in Gestione delle Risorse Umane, organizzato dalla Regione Liguria, inizia a lavorare presso uno studio di consulenza del lavoro nell’area amministrativa HR. Secondo l’intervistato, per chi intraprende un percorso nel settore delle risorse umane è fondamentale la conoscenza dell’aspetto amministrativo del rapporto di lavoro.

Il suo interesse per il mondo aziendale lo ha portato a fare un’esperienza in Fincantieri, azienda che costruisce navi civili e militari, con sede a Trieste e stabilimenti in tutt’Italia. Entra presso la direzione Navi Militari, come assistente al direttore del personale; qui si occupa prevalentemente delle relazioni sindacali. Successivamente, grazie al suo background, gli viene affidato anche l’incarico di responsabile dell’amministrazione del personale. Il Dr. Casali nel 1999 decide di misurarsi con una realtà più dinamica e viene assunto presso il Gruppo Marconi (all’epoca multinazionale delle telecomunicazioni molto importante), come HR manager di sito produttivo, inizia a svolgere un ruolo di responsabile del personale “a tutto tondo”.

Come egli stesso afferma: “qui ho colmato alcuni aspetti del profilo HR che un po’ mi mancavano, come la formazione e lo sviluppo, avendo affrontato più la parte amministrativa e sindacale nella mia precedente esperienza”. Resta in Marconi fino al 2005, anno in cui gli viene offerta la posizione di responsabile del personale di un’azienda operante in un altro settore: una compagnia di navigazione a Genova. “Riportavo direttamente all’amministratore delegato e questo è stato un momento importante, perché per la prima volta ho visto da vicino le strategie dell’azienda”. L’intervistato mostra grande soddisfazione nel raccontare quest’esperienza, in quanto gli ha permesso di crescere molto da un punto di vista sia professionale che personale.

In questa compagnia opera per un paio di anni, successivamente entra come responsabile delle relazioni industriali Voltri Terminal Europa S.p.a.

 

VOLTRI TERMINAL EUROPA: IL PRINCIPALE PORTO COMMERCIALE D’ITALIA

L’attività di VTE come terminal contenitori, inizia nel 1994, da qui la società si sviluppa rapidamente sia in termini di infrastrutture, sia in termini di attività e di risorse impiegate.

Voltri Terminal Europa nel 1998 entra a far parte del Gruppo PSA International (“Port of Singapore Authority”), uno dei leader mondiali nel campo della gestione dei terminal portuali, ed è oggi il maggiore terminal contenitori del Porto di Genova e uno dei più efficienti del Mediterraneo.

Come, infatti, afferma il Dr. Casali: “questa società rappresenta il principale porto commerciale d’Italia, quasi la totalità delle merci che arrivano nel nord Italia passano da questo porto. VTE grazie ad una tecnologia avanzata garantisce un’elevata qualità ed efficienza del servizio”.

Il terminal gestisce tutti e tre i cicli della logistica in ambito portuale: nave, ferrovia e camion.

L’area operativa di VTE si estende su 110 ettari di superficie complessiva. Oltre al terminal contenitori, l’azienda offre anche un’ampia area retro portuale (circa 20.000 metri quadrati di magazzini e circa 7.000 metri quadrati di moderni uffici). I suoi ampi spazi permettono di offrire servizi a valore aggiunto in ambito logistico e di distribuzione.

In un’azienda come VTE, l’HR gestisce gran parte dei costi aziendali. Gli ammortamenti degli impianti, il costo del lavoro, i costi di manutenzione e i costi del gasolio sono, infatti, le principali aree di spesa.

La società ha un organico formato da 480 operai e da circa 200 impiegati; il 70% della struttura impiegatizia è, in particolare, dedicata all’area operativa.

I dipendenti diretti sono prevalentemente giovani, che hanno acquisito in pochi anni alta professionalità e competenza in virtù di un’intensa attività formativa. Essi costituiscono un elemento importante della competitività del terminal. VTE nei periodi in cui non siano sufficienti i propri dipendenti, si avvale di lavoratori avventizi.

Le principali aree professionali che caratterizzano l’attività dell’azienda sono:

Settore tecnico operativo

  • Pianificazione
  • Gestione attività operativa e realizzazione del servizio
  • Supporto informativo e di gestione documentazione del trasporto
  • Conduzione mezzi di movimentazione
  • Ingegneria e manutenzione

Attività di staff

  • Informatica (sviluppo sistemi HW/SW di controllo, automazione)
  • Amministrazione e contabilità
  • Controllo di gestione
  • Marketing / Customers Service
  • Gestione risorse umane
  • Relazioni industriali
  • Qualità e sicurezza

 

IL SETTORE HR IN VOLTRI TERMINAL: SELEZIONE, SVILUPPO E ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE

Il principale canale di reclutamento di VTE è il suo sito aziendale.

La società è per lo più costituita da operai che si occupano della guida di mezzi di sollevamento, pertanto è necessario che posseggano determinati requisisti fisici. Tutti i candidati vengono sottoposti a dei test psicoattitudinali. Successivamente vengono effettuati una serie di colloqui di selezione, sia con il direttore operativo (che è gerarchicamente il capo a cui riporterà l’operaio inserito), che con altri responsabili dell’azienda.

Inoltre, data la varietà delle attività svolte dalla società, costituiscono prerequisiti essenziali: orientamento al lavoro in team, flessibilità e conoscenza della lingua inglese.

VTE lavora in stretta collaborazione con Enti di Formazione, Università e Scuole Superiori, sia per l’attivazione di stage, sia per il patrocinio di corsi di formazione (sia di tipo tecnico di aggiornamento, che legata alla sicurezza sul lavoro) destinati a personale interno ed esterno.

Come dichiara il Dr. Casali: “nella nostra azienda abbiamo creato un sistema di Perfomance Management abbastanza dettagliato per tutta la popolazione impiegatizia. Ad ogni impiegato, all’inizio dell’anno, vengono assegnati degli obiettivi da raggiungere, costantemente monitorati. La conditio sine qua non per poter ottenere un riconoscimento è l’aver raggiunto un elevato livello di Performance Management, che riguarda: obiettivi specifici individuali, target di comportamento tecnici e relazionali, differenziati a seconda del livello di inquadramento”.

L’azienda, operando in un contesto multinazionale, prevede anche delle trasferte al di fuori dall’Italia. Pertanto nell’ultimo periodo le posizioni manageriali non sono più ricoperte solo da personale locale, ma anche da risorse provenienti da altri paesi. Questo cambiamento deriva dalla volontà dell’azienda di riuscire a muoversi in un contesto sempre più globalizzato. Inoltre, fino ad oggi, all’apertura di nuovi terminal i ruoli dirigenziali venivano assegnati solo a manager provenienti da Singapore (casa madre); quindi vigeva un rapporto esclusivamente gerarchico tra la PSA e i vari terminal; invece, attualmente, ogni nuova posizione manageriale può essere ricoperta da personale proveniente da qualunque Paese, purché dimostri capacità e competenze adeguate.

 

LA CULTURA DELLA SICUREZZA IN VTE

Per Voltri Terminal Europa un aspetto fondamentale è la sicurezza in termini di controllo dell’area portuale e retro portuale, dei container e, soprattutto, di tutela della salute dei dipendenti sul posto di lavoro.

VTE dispone di un servizio di sorveglianza, che presidia il terminal 24 ore su 24, e di un sistema di videosorveglianza distribuito sull’intera area, collegato ad una sala di controllo costantemente operativa.

Inoltre, quanto ai container, viene effettuato uno scrupoloso accertamento documentale e, in tutte le fasi del ciclo operativo, un’accurata verifica del sigillo presente su ciascuno di essi. È, inoltre, attivo uno scanner doganale per l’ispezione dei contenitori e possono essere effettuati controlli a campione del contenuto degli stessi.

L’azienda monitora l’andamento della sicurezza attraverso l’indicatore LTIF (evidenzia il numero delle ore perse per infortunio rispetto alle ore lavorative). Come afferma il Dr. Casali “attualmente il coefficiente di tutto il gruppo nel mondo è pari a 30, in VTE Italia è 50. La sfida del gruppo è continuare il trend positivo (nel 2013 l’indice LTIF è stato ridotto del 12%) e allinearsi nel più breve tempo possibile alla media mondiale. Il 90% degli infortuni sono legati ad errori di distrazione ed è su questo aspetto che dobbiamo intervenire”.

A tal fine risulta fondamentale investire nella formazione. “L’obiettivo di VTE è migliorare l’autoconsapevolezza dei lavoratori in modo da renderli capaci di agire in maniera più coordinata e quindi più sicura”. Per fare questo l’azienda promuoverà un progetto formativo esteso a tutti i dipendenti: TAKE 5 che prevede un piano di sensibilizzazione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e che si svolgerà contemporaneamente in tutti i terminal mondiali del gruppo. Lo scopo è diffondere cinque semplici regole da applicare per evitare il verificarsi di infortuni: fermati e rifletti, individua i pericoli, valuta i rischi, intraprendi le azioni necessarie, svolgi le attività in sicurezza.

Il terminal ha ottenuto anche certificazioni di sicurezza sul lavoro: OSHAS 18001:2007 e UNI EN ISO 14001:2004. Inoltre, VTE, prevede un premio per i propri dipendenti che presentano progetti per migliorare la sicurezza. Infatti, all’interno del Safety Day annuale (l’ultimo il 16 gennaio 2014), dove vengono presentati a tutti gli stakeholder (sindacati, ASL, autorità portuali, capitaneria e tutti coloro che interagiscono nell’ambito portuale) i risultati raggiunti e le azioni di miglioramento per l’anno avvenire, sono state premiate per la partecipazione tutte e dodici le proposte formulate dai lavoratori (visto il breve tempo a disposizione per la redazione delle stesse), mentre due sono risultate vincitrici, avendo fornito ottimi spunti per il miglioramento della sicurezza aziendale.

Nell’ultimo periodo si è avvertita la necessità di standardizzare le tecniche di sicurezza. Questo perché, come ricorda il Dr. Casali “nei porti italiani, oltre ai dipendenti diretti dei terminal, operano i soci delle compagnie portuali, i quali hanno comportamenti inadeguati in tema di sicurezza del lavoro. Pertanto, in questi anni si è cercato di migliorare tale approccio, fornendo loro una formazione in linea con quella dei dipendenti diretti, in quanto, nel momento in cui operano nel porto agiscono come somministrati, quindi sotto la responsabilità aziendale”.

Vista l’importanza del tema della sicurezza e l’elevato numero delle risorse impiegate (ci sono 700 dipendenti diretti, più 200 soci), l’RSPP è affiancato da sei persone, che lo supportano nello svolgimento della sua attività.

Infine il Dr. Casali si è soffermato sugli aspetti che si possono e si devono migliorare. “Talvolta, ad esempio, si perdono per strada le segnalazioni dei lavoratori; comunque tutti i dipendenti sono dotati di una radio per indicare situazioni di pericolo”. Inoltre, “stiamo predisponendo una pagina facebook sulla sicurezza, nella quale tutti i dipendenti possono fare segnalazioni su questo tema. Stiamo investendo capitali sempre più ingenti nella tutela dei dipendenti. Deve essere dato un messaggio chiaro e continuo sulla sicurezza, con l’obiettivo di instaurare una vera e propria cultura della tutela dei lavoratori

LE RELAZIONI INDUSTRIALI: LA SFIDA DELLA COOPERAZIONE

Il Gruppo PSA, di cui fa parte VTE, avendo sedi in tutto il mondo, raccoglie un ventaglio di realtà tutte diverse tra di loro e ciò che le accomuna è, chiaramente, la necessità di creare profitto, all’interno, però, di Paesi che presentano caratteristiche e peculiarità differenti.

Sicuramente nel settore portuale italiano è molto importante il campo delle relazioni industriali e, nello stesso, l’HR gioca un ruolo fondamentale. Il Dr. Casali sottolinea come l’obiettivo primario della direzione operativa sia quello di operare in sinergia con le associazioni sindacali, evitando fasi di conflittualità che possano portare a ritardi nelle operazioni e, pertanto, a danni di tipo economico per l’azienda.

Afferma, infatti, l’intervistato la necessità di mantenere “un certo tipo di clima, perché se ci sono relazioni sindacali agitate la prima cosa che succede in banchina è che le operazioni si rallentano, con la conseguente protesta dei clienti che potrebbero rivolgersi ad aziende concorrenti”.

In quest’ottica l’HR, che è chiamato ad affrontare aspetti gestionali che impattano molto sull’andamento dell’attività dell’azienda, diventa, “un business partner” a tutti gli effetti, rispetto a quelli che sono i risultati da conseguire.

Il Dr. Casali, inoltre, evidenzia la peculiarità delle relazioni industriali nel settore portuale, caratterizzato da un’impostazione talvolta di matrice “conflittuale”. Il problema fondamentale è che in tali casi, lo scontro, se messo al centro dei rapporti sindacali, va a discapito del dialogo e del conseguimento di quello che il Dr. Casali chiama il “buon andamento aziendale”, in termini sia di migliori condizioni economiche per la società, che di migliori condizioni per i lavoratori.

Purtroppo in Italia è ancora forte questo concetto di contrapposizione tra sindacato e azienda, a causa dell’evoluzione storica delle relazioni industriali e del contesto politico nel quale si sono sviluppate. Sarebbe auspicabile una modello di cooperazione tra sindacati e aziende, come è presente in Germania da circa quarant’anni, con risultati più che positivi. Il passaggio dallo scontro alla collaborazione segnerebbe una svolta nel sistema delle relazioni industriali italiane ed un primo segnale positivo in questo senso era stato dato dallo schema del job act del nuovo Governo, il quale aveva previsto la presenza delle associazioni sindacali nei CDA, come accade proprio in Germania. Tuttavia i primi interventi concreti hanno riguardato solamente l’occupazione, la riforma degli ammortizzatori sociali e detrazioni fiscali per i lavoratori.

Senza entrare nel merito delle scelte dell’esecutivo, possiamo constatare che la resistenza delle aziende ad un simile cambiamento (sempre in riferimento alla presenza dei sindacati nei CDA) deriva proprio da questo clima conflittuale che ha caratterizzato la storia delle relazioni industriali in Italia e che, come sostiene il Dr. Casali, “finisce per essere un effetto di freno dello sviluppo”.

Pertanto, ai fini dell’ “auspicabile svolta” in tema di rapporti sindacati-azienda, è necessario il superamento di questa impostazione ideologica di scontro.

 

CONCLUSIONE

L’opportunità di un confronto diretto con un responsabile HR, è una via privilegiata per aumentare la consapevolezza sulla vita aziendale e per comprendere la complessità dei differenti temi affrontati.

Si è apprezzato come in ambito di selezione del personale, un processo snello incentrato su idoneità fisica, valutazione psicoattitudinale (orientamento al lavoro in team, flessibilità) e conoscenza della lingua inglese, sia funzionale a bisogni organizzativi. Il continuo monitoraggio degli impiegati tramite il Performance Management Indicator permette di valutare le prestazioni dei dipendenti al fine di dare riconoscimenti ai più meritevoli.

L’intervista ha permesso di evidenziare come il successo dell’azienda sia raggiungibile tramite processi di innovazione in sinergia con un cambiamento culturale, in ambito di sicurezza organizzativa e relazioni sindacali. La sicurezza sul lavoro è un tema rilevante per il Management, che tramite azioni concrete, come l’implementazione dell’approccio innovativo del “TAKE 5” per il miglioramento dell’indicatore LTIF, rende tangibile l’interesse verso la salute e la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, al fine di aumentare la sensibilizzazione su tale tema, viene incentivata la presentazione, da parte dei dipendenti, di proposte innovative per la sicurezza nei luoghi di lavoro (processo bottom-up); le migliori vengono premiate all’interno dell’evento annuale Safety Day. Le attività descritte dimostrano come Voltri Terminal Europa, sia un centro di eccellenza per quanto riguarda la sicurezza organizzativa, rispetto ad uno standard italiano che risulta tra gli ultimi posti in classifica nel panorama europeo (European Agency for Safety and Health at Work).

Un’ulteriore sfida per VTE è rappresentata dalla gestione dei rapporti con il territorio dove l’azienda si trova a gestire relazioni talvolta conflittuali anche con attori esterni all’organizzazione.

Uno sviluppo positivo delle relazioni industriali dovrebbe essere, in conclusione, parte di un fenomeno culturale più ampio, che vede l’evoluzione da una logica di “scontro” ad una di “cooperazione” per il bene dei lavoratori e dell’azienda.

Essere entrati in contatto con il protagonista di queste storie ha permesso, non solo di conoscere aspetti che i libri non raccontano, ma anche di sviluppare capacità critiche rispetto a prassi organizzative.

In conclusione, un consiglio da parte del Dr. Casali a chi si affaccia al mondo del lavoro: “qualsiasi tipo di prima esperienza vi venga offerta non rifiutatela. Cercate di conoscere quanto più possibile dell’organizzazione al di fuori dell’HR, in questo modo diventerete un interlocutore credibile, perché riuscirete ad affrontare problemi legati ad altre funzioni. Sul campo massima umiltà, perseveranza e determinazione, perché lavorando si commettono errori, ma è fondamentale non abbattersi

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Antonio De Pascali

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