Gli smartphone sono ormai diventati per noi dei compagni indispensabili che consultiamo continuamente e a cui ci affidiamo per molte delle nostre necessità. Anche il rapporto fisico tra il nostro corpo e lo smartphone si sta facendo sempre più stretto. Utilizzando delle applicazioni specifiche, molte delle quali connesse a sensori, esso comprende e registra le abitudini e i parametri fisici/chimici che incidono sul nostro organismo durante le attività quotidiane permettendo un auto-monitoraggio costante della propria salute. E’ possibile misurare per esempio la frequenza cardiaca, le calorie assunte o la qualità del sonno, tracciarne l’andamento per giorni e settimane e infine valutare i propri progressi o correggere le abitudini, spingendoci verso l’auto-medicazione.
Cosa esiste
Ma come può aiutare uno smartphone a gestire la propria salute? Come è possibile implementare con la tecnologia mobile gli ambiti di prevenzione, cura e benessere? Innanzitutto bisogna distinguere le mobile health care app in due macroaree in base alla loro finalità:
- App per wellness-fitness: app che organizzano/registrano l’alimentazione (es. conteggio calorie, litri di acqua assunti), il sonno (es. qualità del sonno) e l’attività sportiva (es. proposte di allenamento, calcolo delle calorie bruciate, contapassi). Esse possono essere vincolate all’inserimento “manuale” dei dati relativi all’attività da parte dell’utente (diari) oppure possono registrare i dati automaticamente sfruttando sensori posti sullo smartphone stesso o su dispositivi esterni (fasce cardio, braccialetti, orologi) a cui sono associate. Le più comuni sono le multiapp S-Health per Android e Health per Apple che esprimono al meglio il loro potenziale se utilizzate insieme ai rispettivi watches. Utilizzarle è come avere un personal trainer sempre in tasca, possono contare i tuoi passi e tracciare i tuoi spostamenti col GPS, suggerirti l’allenamento migliore per il tuo fisico, rilevare le condizioni metereologiche a cui sei sottoposto, registrare ogni caloria che ingerisci e valutare la qualità del tuo sonno. Insomma ti seguono passo dopo passo giorno dopo giorno dandoti dei riscontri oggettivi sulle modifiche che il tuo fisico subisce in base alle tue abitudini.
- App per prevenzione e diagnosi: app per la registrazione di funzioni fisiologiche (es. battiti cardiaci, pressione, temperatura, respirazione) e app per diagnosticare e/o gestire una determinata patologia (problematiche cardiologiche, parkinson, HIV, diabete, epilessia). Esse sfruttano spesso l’associazione con videocamera, microfoni, sensori ed addirittura con accurati ed affidabili dispositivi esterni le cui prestazioni si avvicinano molto a quelle di strumenti dedicati (sfigmomanometri wireless, sensori per elettrocardiogramma integrati in una custodia per smartphone, lente a contatto con chip che legge i valori del glucosio). La maggior parte di queste app non sono che un diario in cui registrare le misurazioni dei parametri biochimici legati alla patologia (glucosio, colesterolo) o che ricordano di assumere farmaci. Le app che rappresentano il principale avanzamento tecnologico sono quelle che utilizzano accessori high-tech per sostituire i classici strumenti biomedicali. Essi sono compatibili con gli smartphone interfacciandosi tramite app dedicata, hanno un costo accessibile e soprattutto permettono di effettuare un monitoraggio costante nella comodità del proprio ambiente. Un esempio è rappresentato dallo sfigmomanometro “intelligente” QuardioArm connesso wireless all’apprezzata app di supporto con funzioni extra che promettono di “monitorare la pressione sanguigna nei luoghi e nel tempo aiutandoti a comprendere come lo stile di vita influisce sulla salute”. Il progetto più avveniristico è invece quello finanziato da Google e Novartis che permette di misurare i livelli di glucosio in pazienti diabetici senza più versare una goccia di sangue. L’idea è di inserire in una lente a contatto un biochip fornito di antenna collegato ad un canalicolo in cui i fluidi oculari vengono analizzati per rilevarne i livelli di glucosio a intervalli costanti. Il tutto sarà monitorato da un app sviluppata ad hoc da Google.
Dimensioni del mercato
Una panoramica sulle smisurata diffusione delle health care app ce la fornisce una ricerca del 2013 rileva che sul mercato sono presenti circa 97.000 app, di cui il 70% sono relative wellness-fitness, mentre il 30% è dedicato alla prevenzione e diagnosi. Le statistiche fanno prevedere che nel 2016 il numero di pazienti monitorati con tali tecnologie potrà essere di 3 milioni mentre si stima che, aumentando nel tempo il numero di persone in possesso di smartphone, entro il 2018 ci saranno 1.7 miliardi di utenti nel mondo (Fonte: Research2Guidance (2013) “The mobile health global market report 2013-2017: the commercialisation if mHgealth apps” – Vol.3). Ma chi sono i consumatori? Un indagine effettuata su 1.000 utilizzatori statunitensi ha rivelato che oltre il 50% ha un età compresa tra i 40 e i 60 anni dimostrando che l’utenza è data da coloro che necessitano di queste prestazioni e che non è allineata alla predilezione giovanile per l’utilizzo dello smartphone. Il 70% utilizza health care app quotidianamente, il 57% le utilizza da più di sei mesi continuativi. Inoltre il 40% ha discusso i propri dati di salute con i medici, ciò chiarisce la predisposizione degli utenti alla condivisione e ciò diversifica i campi di applicazione delle health care app che non si riducono solo all’auto-medicazione (Fonte: Morbiquity https://www.mobiquityinc.com).
Benefici
La potenzialità trasformativa di questa tecnologia avrà sempre più implicazioni a diversi livelli di cui si possono oggi solo intuire alcuni sviluppi economici, organizzativi e in senso lato culturali che sinteticamente si possono riassumere in:
- Maggiore impegno del paziente: le health care app promuovono uno stile di vita salutare, migliorando la consapevolezza individuale sullo stato di salute e promuovendo la partecipazione attiva che accresce la motivazione degli utenti.
- Migliore accesso alle cure: le health care app facilitano e velocizzano la comunicazione medico/paziente permettendo di ricevere istruzioni terapeutiche riassunte e sempre aggiornate sul proprio smartphone, il monitoraggio del paziente anche quando è a casa e il miglioramento dell’autonomia e sicurezza, di visitare il paziente anche online e consultare specialisti di altre città o raggiungere pazienti collocati in zone sprovviste di assistenza sanitaria. Inoltre diminuirebbero i costi di assistenza ed ospedalizzazione per il sistema sanitario.
- Stimolo all’innovazione: questa tecnologia sta generando un’esplosione di dati grezzi legati all’ambito sanitario che potenzialmente rappresenta un tesoro sia per nuovi modelli di business che saranno legati alla gestione dei dati sanitari e alla produzione di prodotti/servizi ad hoc basati sullo stato di salute di ciascuno sia per la ricerca delle pharma e non solo che può avere accesso a raccolte di dati individuali e ambientali utili per la collettività al fine di ricerche epidemiologiche.
Rischi
A fronte di questi dati positivi di straordinario interesse per il progresso dell’area sanitaria è tuttavia necessario evidenziare alcune problematiche etiche emergenti:
- Sicurezza ed efficacia per la salute
Il problema principale è il potenziale errore dell’auto-diagnosi. Essa potrebbe essere errata ed indicare sintomi patologici inesistenti causando stress o peggio ancora non indicare sintomi patologici e rassicurare il paziente che non effettua alcun un controllo medico. Ciò mette seriamente in pericolo il paziente che può e deve tutelarsi. Come? Controllando se le app e gli accessori che utilizza sono classificati come dispositivi medici. Esiste un estesa normativa sia dell’unione europea (CE) che della Food and Drug Administration (FDA) americana che caratterizza i dispositivi medici e che prevede lunghi e onerosi controlli per il prodotto nonché responsabilità giuridiche per il produttore. E’ probabilmente questo il motivo per cui il mercato si è spinto verso una maggiore diffusione delle app di wellness-fitness e non di quelle diagnostiche. Il trucco per il produttore è non definire la propria app come dispositivo medico perché in questo modo non vengono effettuate sul prodotto verifiche da parte di organi scientifici. Così aggira la normativa presentando come semplici modalità del controllo del benessere quelli che in realtà sono veri e propri dispositivi medici. Fitbit è stato trascinato in tribunale dai consumatori per via di misurazioni imprecise della frequenza cardiaca ma la società si è difesa affermando di non produrre dispositivi medici. Anche Google e Apple si tengono a distanza dalle app medicali in senso stretto ma tenendosi vicine alla salute mettendo sul mercato app che pur non essendo classificate come mediche sono sempre più numerose e connesse alla medicina. Comunque c’è chi ci protegge, a chi promette diagnosi miracolose per esempio di melanomi cutanei come Mole detective e MelApp semplicemente inquadrando l’area di cute sospetta con la fotocamera si prospetta la rimozione dal mercato dell’app con multa da parte della Federal Trade Commission (FTC).
- Privacy
La considerevole quantità di dati relativi alla salute degli utenti e l’ubiquità del processo di scambio/interazione/comunicazione online pongono molte rilevanti tematiche riguardanti la privacy. Attraverso la raccolta dei dati relativi alla salute o anche solo alla richiesta di informazioni sanitarie possono emergere elementi rilevanti per il mercato dei farmaci, delle prestazioni mediche, delle assicurazioni e del lavoro. Senza un adeguata regolamentazione ed un rigido sistema di limitazioni e controlli si potrebbero creare gravi fenomeni sociali. Per esempio una persona che consulta siti o acquista app per problematiche cardiache potrebbe essere classificato come possibile cardiopatico e questa informazione potrebbe giungere al mondo del lavoro o delle assicurazioni che potrebbero discriminare il soggetto. In pratica ciò che accade è che quelli che sono dei veri e propri dati sanitari vengono trattati in realtà come dati personali e dunque con un livello di protezione più basso. C’è la necessità di mettere al corrente l’utente di questa problematica di cui spesso è all’oscuro o non ne è pienamente consapevole. La soluzione è ideare delle informative chiare, efficaci e adattabili al mondo mobile che permettano al paziente di comprendere chi potrà avere accesso ai suoi dati e decidere se dare il proprio consenso informato prima di utilizzare l’app.
- Dipendenza
E’ ormai troppo semplice identificarsi con un io virtuale e confrontare il proprio corpo fisico col corpo che le health care app ci spingono ad ottenere. Fino a che punto un offerta sempre più pervasiva di indicazioni mediche e terapeutiche non finisce per diventare ossessiva? Si tende ad incorporare la tecnologia nella vita quotidiana registrando e comparando i dati con le attività umane in tempo reale: misurazione del cibo consumato, numero di chilometri percorsi, controllo delle calorie consumate, registrazione delle performance fisiche ecc… La dipendenza individuale si esprime nell’attenzione per le singole variazioni delle condizioni e parametri fisici rilevate dalle app e può diventare una vera e propria patologia salutista che esaspera i dettagli insignificanti che ci distanziano all’idea virtuale che abbiamo del nostro corpo e della nostra salute. Questo è un problema serio per le persone sane fisicamente e mentalmente ma per chi ha subito particolari traumi potrebbe diventare la causa scatenante di severe forme patologiche. Kaila Prince, Californiana, con un passato da anoressica utilizzò un app per contare le calorie quando cominciò a lavorare nel mondo del body building nel 2009. Presto sviluppò comportamenti fanatici e ossessivi utilizzando un app che le permetteva di tenere conto delle categorie ingerite. Nel 2011 invece diventò dipendente da un app che la spingeva a correre per competizione sportiva. Non riuscì a smettere di correre nonostante avesse subito un infortunio danneggiando permanentemente il suo tendine. Bisogna prestare attenzione, alcune app servono al loro scopo ma possono incoraggiare l’esagerazione al punto che da un comportamento sano si passa al patologico.
Conclusioni
La verità è che nonostante emerga spesso la mancanza o carenza di un’adeguata validazione scientifica e di validi accordi di privacy per le health care app ciò che tende a prevalere in questo mercato è il tasso di gradimento espresso in rete. Attenzione! Osservate in primo luogo se le app sono classificate come dispositivi medici ed in secondo luogo scegliete l’app che fa al caso vostro osservando tutte le valutazioni e recensioni. State lontano dalle app “stantie” che non dispongono di frequenti aggiornamenti e dalle app che non dispongono di una politica sulla privacy. Anche in questo caso, non è consigliabile confidare pienamente nei dati e nelle misurazioni. Il giusto compromesso è utilizzarli come una guida quotidiana ed affidarsi ad un medico se si pensa di avere un problema di salute.