Articolo a cura di Alice Bazzan e Alessandra Botta – Master Giuristi in Azienda 2018-2019
L’avvocato Cristina Rustignoli, General Counsel di Generali Italia, si presenta alla classe del Master Giuristi in Azienda raccontando la propria esperienza e dando prova del fatto che, da giovani neolaureati, non bisogna precludersi nessuna possibilità. Laureata in giurisprudenza, con l’ambizione di diventare notaio e con la certezza di non voler intraprendere una carriera in ambito bancario/assicurativo, dopo vari concorsi, ne vince uno che la porta ad essere assunta proprio in una banca. Sebbene il primo approccio non fosse stato quello auspicato, lei stessa, ad oggi, riconosce come questa esperienza sia stata il trampolino di lancio della sua attuale carriera, ancora in ascesa, che la vede protagonista di realtà aziendali sempre nuove.
Ma quali sono le reali funzioni di un legal in azienda?
Scopo della giornata in aula era spiegare agli studenti del Master quali potessero essere le varie opportunità che un profilo legal svolge in azienda.
L’avvocato Rustignoli, attraverso una schematizzazione chiara ed esauriente, inizia con l’illustrare la funzione di segreteria societaria, evidenziandone l’importanza al di là della sua denominazione, spesso fuorviante. Tale funzione consiste nel curare e gestire tutte le incombenze relative al funzionamento degli organi societari, ed è in continuo contatto con tutti gli organi di vigilanza e con gli azionisti.
Di seguito, sono state approfondite le seguenti funzioni:
- la consulenza legale: protagonista nei gruppi di lavoro di qualsiasi attività industriale, compresa la progettazione e la realizzazione;
- il contenzioso: responsabile delle attività di gestione dei reclami provenienti dalla clientela, attraverso la pronuncia di pareri ai vertici aziendali circa la convenienza o meno di intraprendere cause attive e di stare in giudizio in quelle passive. Inoltre promuove e coordina azioni giudiziali e stragiudiziali per la tutela e per il recupero del credito;
- il controllo di conformità: attività di compliance comprendente anche l’ambito più specifico dell’antiriciclaggio e del controllo delle reti distributive. Tale funzione da un lato comporta la verifica nel tempo che i processi attuati rispettino le previsioni normative (ex post), dall’altro, che il nuovo prodotto/servizio sia conforme alla norma. Il legale interpreta la norma mentre la compliance la applica;
- l’ufficio normativa e procedure: incaricato di redigere le leggi interne all’azienda, trovando il giusto equilibrio tra regole assolutamente necessarie e norme che sono già chiare esternamente, evitando così un sovraccarico di norme e la non conoscenza di nessuna di esse. Infine questo ufficio ricerca il metodo più efficace per rendere accessibile e individuabile il quadro normativo.
Cosa significa essere un business partner?
L’obiettivo della seconda parte della mattinata è stato quello di evidenziare i punti chiave che convertono trasformano un legal in un business partner che contribuisca a creare il valore aggiunto dell’azienda. Il legal, in questa nuova veste, non viene più visto come figura atta a definire “cosa si possa o non si possa fare” ma, al contrario, si trasforma in strumento strategico volto a definire la metodologia di risoluzione del problema. Alla luce di questo nuovo inquadramento di carriera, l’avvocato fornisce poche ma essenziali guidelines idonee a supportare la sua attività come: fiducia, intesa come capacità di vedere e vendere l’evidenza della propria attività, modello organizzativo, per una corretta organizzazione del lavoro, cascading, intesa come l’attitudine della strategia ad essere comprensibile a tutti per capire l’obiettivo finale e, non meno importante, una corretta gestione del tempo, al fine di garantire una pianificazione degli obiettivi con una scelta accurata delle priorità e una buona divisione per fasi dell’attività lavorativa.
In conclusione, al termine della giornata, si percepisce quanto la figura del legal sia apicale non soltanto all’interno dell’azienda ma anche all’esterno di essa, quando necessita di collaborare con studi terzi per un supporto sia in termini di competenza che in termini di conoscenza. In quest’ottica l’azienda apporta il suo know-how personale, mentre un buono studio esterno è in grado di aiutarla a sfruttarne al meglio le potenzialità. Punto cruciale della questione rimane indubbiamente una costante ricerca di equilibrio fra le due parti e la capacità di saper cogliere le occasioni, non precludendosi nessuna possibilità.