Intervista a cura di: Maria Grazia Garofalo, Federica Santoro, Floriana Zerbo del Master in Marketing Management ISTUD
Cos’è la creatività?
Abbiamo posto questa domanda a Roberta Cerri, General Manager di Mutado, agenzia creativa di consulenza concreta fondata nel 2004 a Milano e successivamente acquisita dal Gruppo De Agostini Publishing. Un team di consulenti, creativi e tecnologi che si occupa di pubblicità integrata focalizzata sul digital, consulenza ai brand e prodotti di editoria digitale. Mutado nasce come studio creativo, ma si evolve in un mercato sempre più marketing e performance oriented mantenendo costantemente un occhio alle proprie origini.
La creatività è un processo mentale libero che deve crescere in un ambiente positivo, amichevole in cui si è liberi di esprimersi. “La cosa peggiore che possa succedere è assistere ad un brainstorming negativo dove qualcuno blocca sistematicamente le idee senza essere propositivo.” Tuttavia la creatività, in ambito aziendale, si deve muovere all’interno di precise linee guida, successivamente alla fase di brainstorming e deve quindi essere incanalata per diventare un progetto per il cliente.
Lo sviluppo del processo creativo che porta alla realizzazione del prodotto segue diverse fasi in Mutado: “la prima fase è quella di incontro con il cliente per cercare di comprendere quali siano le esigenze reali espresse e quelle latenti.” Successivamente si procede alla rielaborazione delle informazioni e dei dati acquisiti. Si struttura quindi un documento strategico preliminare da presentare al cliente durante il secondo incontro in cui si verifica l’allineamento dell’idea proposta con i bisogni del committente. Si procede al tuning, se necessario, e con il kick-off del progetto inizia la gestione del piano operativo. Mutado si definisce per questo un’agenzia di consulenza concreta in quanto è in grado di tramutare il piano strategico presentato in un piano operativo “chiavi in mano” .
Mutado lavora anche continuativamente sul proprio posizionamento, mettendosi continuamente alla prova. Ne sono un esempio, le pagine aziendali sui social media, oltre a quelle dei clienti. Tali pagine vengono gestite attraverso dei community manager dedicati che pianificano le attività bisettimanalmente o mensilmente in base alle esigenze del cliente. La programmazione delle attività permette al processo creativo di essere maggiormente efficiente e intervenire con piccole modifiche per integrare eventi particolari o trend del momento. Le performance dei prodotti vengono misurate mensilmente attraverso report puntuali. Sulla base di questi, ogni anno vengono rilasciate delle linee guida frutto dell’esperienza accumulata utili per migliorare i prodotti creati.
Gestire i creativi non è facile. Il creativo, affinché rimanga tale, deve potersi concedere un processo mentale libero. Il punto di forza che li contraddistingue, è quello di non avere una mente strutturata e legata a schemi di pensiero rigidi. I creativi non possono essere assimilati a profili tecnici o manageriali. Se lasciati liberi di esprimersi “ti cambiano la giornata, perché il creativo puro ha giorni buoni e giorni cattivi [… e] quando è nei giorni buoni ti svolta il mese, o l’anno, e ha delle idee che ti ribaltano l’agenzia, non puoi farne a meno.” Seppure il contesto lavorativo in cui opera il creativo cambia, egli rimarrà sempre immutato nel suo essere.
Una riflessione finale … creativi o no, cosa fa la differenza nell’approccio al mondo del lavoro?
“tutti sono in grado di fare molto di più di quello che pensano. [… bisogna avere] buona volontà e passione, trovare la forza di iniziare un progetto, andare avanti e non scoraggiarsi mai.”