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Disastri ed Eroismi nell’Antropocene – Uragano Katrina: il sol che ritorna

Questo quinto capitolo di Disastri ed Eroismi dell’antropocene è a cura di Ilaria Cellamare, Ilaria Cerviere, Elena Mannucci, Simona Petrone, Alessandro Spada, partecipanti del Master ISTUD Scienziati in Azienda.

 

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Background – L’uragano Katrina ha sicuramente rappresentato uno dei momenti più bui della storia americana, non solo per il numero di vittime innocenti e gli ingenti danni strutturali, ma soprattutto a causa dell’enorme consapevolezza che ha sollevato sull’impreparazione delle istituzioni e del governo.

Complicazione – Il 23 agosto 2005 Katrina iniziò a terrorizzare le zone che abbracciano il Golfo del Messico e, partendo come depressione tropicale sulle Bahamas, in cinque giorni arrivò ad essere definito uragano di categoria 5, con venti attorno ai 280 km/h e l’appellativo di più potente uragano mai formatosi nell’Oceano Atlantico. Nel corso dei giorni il presidente Bush e il governo federale acquisirono una sempre maggiore consapevolezza sulla gravità di ciò che avrebbe comportato il passaggio di questo enorme disastro, ma purtroppo in molti casi era già tardi e la non tempestività fu fatale.

Scopo – Il focus del nostro lavoro è quello di evidenziare una situazione di equilibrio nella New Orleans di ieri, per poi descrivere lo stravolgimento di cui il disastro è stato responsabile con un excursus di conseguenze sociali, economiche ed ambientali fino ad arrivare ad un ricordo di tranquillità nella New Orleans di oggi.

Metodi – Per lo studio ed approfondimento di questa tematica sono state consultate diverse fonti, tra cui articoli scientifici, documentari e testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona il disastro di Katrina.

Risultati – La città simbolo della distruzione è sicuramente New Orleans, personificazione della musica jazz e della cultura afroamericana prima dell’arrivo di Katrina e successivamente icona di una rinascita non propriamente equilibrata, dove chi aveva la possibilità ha ricostruito la vita di un tempo e chi invece non aveva disponibilità economica ha dovuto accontentarsi di fuggire verso altre zone americane oppure ha solo in parte riconquistato un bagliore della vita passata, circondati da una città che ad un occhio più attento non nascondeva tale divario.

Lezioni per il futuro – All’interno del lavoro individueremo le vere cause dell’evento, dal riscaldamento globale all’inadeguatezza delle costruzioni in zone non sicure, per focalizzare l’attenzione del lettore sull’enorme responsabilità umana nascosta dietro un più banale “è colpa della devastante Natura.”

 

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