Questo secondo capitolo di Disastri ed Eroismi nell’Antropocene è curato da Carla De Rosa, Federica Ferraro, Chiara Genovese, Fernando Pirredda, Stefano Ravanini, partecipanti della XXI edizione del Master Scienziati in Azienda.
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Per far fronte alla “rivoluzione verde”, che vede coinvolti i Paesi più poveri nel tentativo di risollevarli economicamente, la multinazionale Union Carbide Corporation decise di installare una filiale nella maggiore città dell’India centrale, Bhopal. Questo fu l’inizio del disastro industriale più grave della storia.
Nel 1984 dalla fabbrica ci fu una grandissima fuoriuscita di gas tossico, il quale causò più di 25 mila morti e ripercussioni gravi e irreversibili su più di 560 mila abitanti. Il disastro determinò non solo ripercussioni sulla salute della popolazione, che al giorno d’oggi si ripercuote anche sugli anda-menti della pandemia legata al Sars-Cov-2, ma anche sull’ambiente e su aspetti socioeconomici.
Evitare la tragedia sarebbe stato facile, in quanto tanti fattori erano prevenibili, come ad esempio l’enorme risparmio sulle norme di sicurezza dell’industria. Per fortuna sono tanti gli atti di eroismo e attivismo legati a questa vicenda, uno dei quali è rappresentato dalla perseveranza di Rashida Bee e Champa Devi Shukla che da allora si battono per i diritti delle vittime.
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