Articolo a cura di Serena Gabrielli, partecipante alla XXVI edizione del Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione.
Il percorso parte dalla scelta universitaria, o anche prima, “Mi ritengo fortunata a non avere avuto dubbi nella scelta di quella che è stata la mia educazione”, risponde Irene Mella alla domanda “Da dove è nato il suo interesse per l’HR?”
Tutto è iniziato con la scelta del diploma sociopsicopedagogico, un percorso orientato sulle materie umanistiche seguendo quella che è l’indole personale e quello che era ed è un forte elemento di motivazione: l’interesse per la persona e in particolare per la persona al lavoro.
“È stata una scelta naturale maturata mano a mano che continuavo gli studi e che mi sentivo sempre più interessata a questo tipo di argomenti e alla professione che avrei potuto sviluppare”
Dopo gli studi all’università di Padova presso la facoltà di Psicologia e la laurea magistrale con indirizzo Psicologia sociale del lavoro e della comunicazione, ha iniziato la carriera lavorativa svolgendo il tirocinio professionalizzante presso la società di consulenza Networking srl a Bologna.
La società è formata principalmente da psicologi del lavoro iscritti all’ordine, come la stessa Irene, e si occupa in ambito HR principalmente di Consulenza aziendale, organizzativa e per la gestione delle risorse umane come partner per lo sviluppo, la crescita e la valorizzazione delle aziende, del loro business e delle persone.
“Da questa esperienza ho avuto la conferma che quella era la mia area professionale di interesse”.
Ha poi proseguito le esperienze professionali nell’ambito della ricerca e selezione lavorando in agenzia per il lavoro nel ruolo di Recruiter, al tempo in cui le agenzie erano organizzate per uffici territoriali ed è lì che ha avuto un primo approccio strettamente pratico con la parte di ricerca e selezione del personale in un lavoro di front office.
Dopodiché continua nell’ambito della selezione per altri 3 anni occupandosi nello specifico della ricerca di profili informatici. Terminata quest’esperienza ha avuto l’opportunità di far parte di Zhermack Spa dove ad oggi ricopre il ruolo di HR Development Specialist.
Zhermack S.p.A. è tra i maggiori produttori e distributori internazionali di alginati, gessi e composti siliconici per il settore dentale, oltre a tutta la gamma di prodotti destinati a diversi settori industriali e al mondo del benessere.
Fondata nel 1981, è oggi parte della multinazionale Dentsply Sirona il più grande produttore mondiale di prodotti e tecnologie dentali professionali, con una storia di 130 anni di innovazione e servizio per l’industria dentale e i pazienti in tutto il mondo.
“All’interno di Zhermack il mio ruolo è cresciuto fino a ciò che definiamo più specificamente HR”.
Nell’ambito di una multinazionale come Zhermack, prosegue Irene, il ruolo HR è diverso da quello del recruiter vero e proprio, esistono infatti tantissime tematiche trasversali delle quali occuparsi.
“Il mio interesse rimane tutt’ora alto e tutte le esperienze professionali che ho vissuto finora mi sono servite per rivestire al meglio il ruolo che rivesto oggi.
In Zhermack ho trovato uno spazio di crescita importante e sarò sempre riconoscente per questo. Partire dalla selezione è stato utile perché mi ha permesso di approcciarmi ai diversi profili professionali e ad altrettanti contesti industriali.
Quando si svolge una selezione del personale bisogna conoscere l’azienda che sta ricercando la persona, la struttura aziendale nella quale la persona si inserirà, il profilo professionale richiesto, anche dal punto di vista tecnico. Le conoscenze acquisite in passato si sono concretizzate nell’esperienza che sto vivendo.
Il dipartimento delle risorse umane è un dipartimento trasversale, di servizio, che offre la sua professionalità all’Azienda e al suo Management, e ai colleghi occupandosi di diverse tematiche (recruiting e talent acquisition, amministrazione del personale, sviluppo e formazione, Welfare, organizzazione e piani retributivi, relazioni sindacali ecc.). All’interno di Zhermack ho clienti diversi rispetto alle esperienze passate, oggi sono clienti interni.
L’HR deve coniugare le esigenze del business con le potenzialità delle persone che ne fanno parte. L’HR è il punto di contatto tra l’azienda e i suoi lavoratori. L’obiettivo, almeno dal mio punto di vista, è arrivare al “famoso” binomio “Prenditi cura delle persone e loro si prenderanno cura del tuo business”.
Il dipartimento Risorse Umane può essere organizzato in modo diverso a seconda delle dimensioni dell’azienda nella quale è integrato. Può essere più o meno numeroso a seconda di quelle che sono le sue dimensioni, le scelte aziendali, l’interesse nelle politiche di gestione del personale o la numerosità dei dipendenti al suo interno.
“Il nostro tessuto industriale, nella provincia dove vivo e lavoro, ma mi sentirei di dire anche nelle città limitrofe, è caratterizzato da aziende e industrie di medio piccole dimensioni, che generalmente esternalizzano i servizi svolti dalla funzione HR (esempio paghe).
Nelle aziende di medio grandi dimensioni, come può essere Zhermack che ad oggi conta quasi 300 dipendenti nello stabilimento di Badia Polesine, iniziano a costruirsi i dipartimenti HR: le figure professionali al suo interno, seppure organizzate e strutturate e con un expertise focalizzata su determinate tematiche, hanno dei ruoli dinamici dai confini sfumati, che è un’ottima opportunità per conoscere il mondo HR a 360° e crearsi una visione d’insieme.
Mano a mano che l’azienda cresce di dimensioni, il dipartimento HR si struttura maggiormente cosi come la verticalizzazione tecnica dei professionisti al suo interno. Questo per ovvie necessità organizzative e funzionali, così come anche per necessità di Know-how tecnico: la complessità di ciascuna tematica in carico a HR aumenta è quindi necessario avere dei professionisti molto esperti in quel tema.
Le nuove tecnologie nel settore HR: un aiuto alle persone o una nuova sfida per le persone?
Recentemente tutto il mondo HR sta vivendo una digital transformation e non mancano sul mercato offerte formative e moltissimi servizi orientati in questa direzione.
Personalmente trovo quello del digital HR un argomento controverso, onestamente non riesco a farmi un’opinione esaustiva e concreta. Non mi è chiaro che macro-obiettivo si voglia raggiungere. Non posso affermare di essere contro l’utilizzo delle nuove tecnologie nel mondo delle risorse umane, anzi io stessa sosterrò, purché rimangano strumenti al servizio dell’efficienza organizzativa e non in sostituzione ai rapporti umani. Uno dei rischi che temo potrebbe portare l’HR digital transformation è quello della dematerializzazione in toto del ruolo HR. Per me HR non è solo processi, organizzazione, piani e progetti, euro in stipendi ma è anche rapporti umani, persone, comprensione e ascolto, supporto.
Capisco anche che parte della mia opinione potrebbe essere un bias della mia formazione psicologica ed interesse marcato per le dinamiche umane “persona e gruppi”. Attendo di farmi un’idea più chiara, al momento ancora non l’ho maturata.
Il ruolo dell’esperto HR è messo in pericolo dalle nuove tecnologie?
E’ un rischio? Se intendiamo sostituire in toto la professionalità HR con strumenti esclusivamente digitali allora non è stato ben compreso il nostro ruolo fino ad oggi o per lo meno in tutte le sue sfaccettature e nel suo valore aggiunto.
In ultimo vorrei sapere da lei, in quanto professionista del settore, quali sono le caratteristiche che ritiene fondamentali per lavorare in questo ambito? Un consiglio a chi, come noi studenti, si affaccia al mondo delle risorse umane.
Chi si occupa di Risorse Umane si potrebbe occupare di un’infinità di professioni: dallo psicologo del lavoro, al consulente del lavoro, al career counseling, alle relazioni sindacali, sia come professionalità esternie all’azienda che come figura interna ad essa. Quindi la risposta alla domanda non può essere univoca.
Se parliamo di un dipartimento HR all’interno di un’azienda non nascondo che all’inizio della mia carriera avevo un’immagine idealizzata del ruolo come “good cop”; in alcuni casi invece ho sperimentato come la nostra figura generi timore nelle persone. Oggi ho imparato a gestire questo aspetto e ho imparato che tramite la conoscenza tra colleghi si può superare questo scoglio.
Come esperti HR siamo chiamati al ruolo di contatto tra l’azienda e i lavoratori che ne fanno parte. Questo mestiere ci permette di guidare e sostenere l’azienda verso una migliore gestione delle persone e supportarla per favorirne il suo benessere.
Le soft skills quali empatia, ascolto, comunicazione, capacità di relazione, sono molto importanti poiché anche occupandosi in alcuni casi di temi più tecnici ci occupiamo pur sempre di persone.
Per decidere quello che volete fare da grandi all’interno del mondo “Risorse Umane” è utile partire da ciò che si sente più affine per indole e per percorso di studi, non perdendo mai la curiosità, la voglia di imparare e di sperimentare.
Ma questo non vale solo per il le professioni HR, a mio avviso vale per tutto.