Articolo a cura di Giulia Perdichizzi, Valentina Piano e Giulia Spiniello – Master Giuristi in Azienda 2018-2019
Premiato come Studio dell’anno da “Loy Banking and Finance” e da “Le Fonti Awards 2018”, LabLaw è uno dei più importanti studi legali italiani, specializzato in diritto del lavoro e diritto sindacale.
Gli Avv. Luca Failla e Francesco Rotondi ne sono stati i fondatori nel 2006, a Milano, ponendo così le basi di uno studio che oggi vanta ben 7 sedi in tutta Italia e 80 professionisti, riuscendo a soddisfare le molteplici esigenze del variegato panorama giuslavorista.
Proprio l’Avv. Failla ha incontrato, lo scorso 17 Settembre, a Baveno, gli studenti del Master “Giuristi in Azienda” di ISTUD Business School, fornendo loro diversi spunti di riflessione sulla base della sua pluriennale esperienza.
Uno dei principali temi trattati è stato il ruolo del giurista in-house, figura di staff, a supporto del business, che assicura il rispetto della normativa vigente ed evita il possibile insorgere di liabilities.
In particolar modo l’interconnessione tra legal labour e il ruolo dell’HR, nell’ottica delle sempre più variabili dinamiche aziendali, è stata oggetto di un attento focus finalizzato a comprendere come tale relazione possa divenire elemento fondamentale per il raggiungimento di un considerevole vantaggio competitivo.
Entrambe le funzioni sono presenti in aziende altamente strutturate e, pur avendo competenze diverse, sono strettamente collegate tra loro.
Se da una parte l’HR, si occupa della selezione e formazione del personale e dei relativi percorsi di crescita, il legal labour cura la disciplina contrattualistica, le procedure di mobilità, le pratiche di licenziamento e le operazioni di ristrutturazione, richiedendo a tal fine la creazione di un fondo rischi.
Anche per le relazioni sindacali si conferma la complementarietà finora emersa, infatti l’HR interviene nella fase fisiologica mentre il legal subentra nella fase patologica di quest’ultime. Inoltre, nella prospettiva precedentemente esaminata si colloca questo connubio che si presta agevolmente alle nuove tendenze del mondo del lavoro in tema di smart working. Quest’ ultimo, se da un lato offre la possibilità di implementare la produttività del singolo lavoratore, dall’altro, necessita di un’attenta regolamentazione che non può prescindere dal supporto del sapere giuridico a cui spetta il fondamentale compito di perimetrare gli ambiti all’interno dei quali ottimizzare questa nuova opportunità.
Durante la discussione, l’Avv. Failla ha prestato particolare attenzione anche alla dicotomia tra il giurista d’azienda e il professionista esterno.
Le due figure professionali combinando le rispettive conoscenze, danno vita ad una forte sinergia al servizio dei bisogni che l’azienda si trova ad affrontare. Infatti, data l’incompatibilità del ruolo del legal aziendale con l’esercizio dell’attività di contenzioso, affidarsi a specialisti di settore può trasformarsi in un driver vincente.
Infine, elemento di novità è rappresentato dal sistema di beauty contest che si pone al centro tra domanda e offerta nelle dinamiche di legal procurement, garantendo al contempo trasparenza ed efficienza in termini qualitativi delle future prestazioni. In tal modo è così possibile rintracciare professionisti specializzati in singole discipline del diritto, seguendo così il trend del momento che vede nell’iperspecializzazione un requisito irrinunciabile.
Dunque, all’esito di questo stimolante confronto, è possibile tracciare un bilancio circa la proattività che un avvocato al servizio delle aziende deve infondere nell’esercizio della propria attività in costante evoluzione. Infatti, i trend cambiano e con essi le caratteristiche strutturali della professione forense.
Pertanto, saper cogliere il cambiamento e adattarsi tempestivamente a quest’ultimo non può che costituire la chiave di volta verso il raggiungimento dell’eccellenza.