Project work a cura di Verena Weber, Maria Nappo, Francesca Risi, Chiara Trimarco, Chiara Paratore – Master Scienziati in Azienda 2017-2018
Scarica il progetto completo “Nella vita nulla avviene né come si teme né come si spera”
Tendiamo per natura ad essere degli organizzatori perfetti della nostra vita, cerchiamo di avere tutto sotto controllo per sentirci padroni del destino e provare un senso di sicurezza, ma la verità è che basta un attimo per perdere il controllo e essere travolti dall’imprevisto. A volte capita di guardarsi indietro, di ripercorrere la propria vita e di accorgersi che gli eventi che reputiamo pietre miliari sono nati in maniera del tutto inaspettata. Contemplando il quadro “Viandante sul mare di nebbia” la riflessione che nasce spontanea è proprio sul senso di imprevedibilità di cui è insita la nebbia che avvolge il paesaggio. A chi non è mai capitato di calarsi nei panni di quell’uomo ad un passo dal precipizio? Di provare un senso di impotenza davanti a quell’eterea inconsistenza della nebbia? Ed è proprio quella la sensazione che nasce nei cuori quando sconvolti dall’imprevisto!
Abbiamo dato voce a quell’uomo e immaginato di ripercorrere insieme a lui la storia della sua vita, parlando attraverso il suo racconto del significato e delle conseguenze che l’imprevedibilità ha sulla nostra esistenza. Tra gli infiniti imprevisti che possono capitare siamo volute partire da quello che dà inizio alla vita: la gravidanza. Questa, molto spesso, può essere voluta e pianificata, ma in molti casi può essere del tutto inaspettata e imprevedibile, pronta a sconvolgere completamente i piani. Ed è proprio nell’imprevedibilità che abbiamo voluto porre le radici di quest’uomo, che ha poi sperimentato nuovamente il sapore dell’incontrollato nel momento in cui ha incontrato sua moglie per la prima volta scoprendo cosa significasse innamorarsi. Notando quanto fosse importante nella vita di ognuno provare questo sentimento, abbiamo chiesto a persone comuni di condividere con noi la loro esperienza.
Il diario del viandante termina con un ultimo imprevisto, dal gusto un po’ più amaro da accettare, la malattia. Essa può piombare nella vita di ognuno senza alcun preavviso. Abbiamo voluto cogliere un senso di imprevedibilità non solo nel fatto stesso di essere colpiti da una malattia quale la SLA, ma anche nel modo di affrontarla, nel riscoprire la forza di fronteggiarla a testa alta, utilizzando come unica terapia la vitalità. Inconsapevolmente il protagonista del racconto del viandante è riuscito a trasmettere un senso di speranza a coloro che gli erano accanto, fondando un’associazione No-profit in grado di aiutare la ricerca e di contribuire a creare una tangibile opportunità di supporto.