Di Marcello Andriola, Angela Fedele, Giulia Pessina, Giancarlo Raineri, Floriano Riccio, Riccardo Samorè, Bianca Traina del Master in Risorse Umane ISTUD 2013-2014
L’importanza del benessere sul posto di lavoro
Il contesto in cui in singoli individui lavorano e la percezione che essi hanno del loro stare nell’organizzazione determinano il benessere. Un posto di lavoro che trasmette rispetto per le persone, equità delle azioni, lealtà e onestà nei comportamenti, piacere di lavorare, fiducia reciproca è un luogo dove le persone stanno bene, con un elevato grado di benessere come risultato.
In un luogo con elevato grado di benessere i lavoratori sono più produttivi e performanti, in questo modo benessere e performance sono in relazione diretta.
Per quanto concerne l’emotività del collaboratore, fondamentale è il senso di partecipazione all’organizzazione che lo spinge a dare il meglio di sé nei ruoli ricoperti. Invero, amare il proprio lavoro è ciò che più si avvicina alla felicità sulla terra.
Alla luce di ciò, perché esiste un diffuso malessere nelle organizzazioni? Quando vi è un management ispirato a un egoismo negativo e quando l’azienda non ha un’anima né capacità di diffondere senso del “noi” il lavoro è considerato come merce. In questo caso la condizione di benessere deve essere continuamente ricercata. Porre obiettivi espliciti e chiari, in coerenza tra enunciati e prassi operative, è cosa buona e giusta.
Necessaria in questo contesto è una leadership illuminata: la direzione strategica deve avere la capacità di riconoscere e valorizzare le competenze dei collaboratori e stimolare nuove potenzialità, ascoltare le istanze dei dipendenti, mettere a disposizione informazioni pertinenti al lavoro, creando un ambiente relazionale franco, comunicativo e collaborativo.
La capacità di intraprendere strade innovative stimola la creatività e di pari passo la produttività. Risorsa preziosa diviene il tempo per pensare, non più “il tempo è denaro”.
Gli indicatori di benessere
Le dimensioni individuate hanno condotto alla costruzione dei seguenti indicatori di benessere rilevabili a livello individuale:
- Soddisfazione per l’organizzazione: gradimento per l’appartenenza a un’organizzazione ritenuta di valore
- Voglia di impegnarsi per l’organizzazione: desiderio di lavorare per l’organizzazione, anche oltre il richiesto
- Sensazione di far parte di un team: percezione di puntare, uniti, verso un obiettivo; percezione di una coesione emotiva nel gruppo
- Voglia di andare al lavoro: quotidiano piacere nel recarsi al lavoro
- Elevato coinvolgimento: sensazione che, lavorando per l’organizzazione, siano soddisfatti anche bisogni personali
- Speranza di poter cambiare le condizioni negative attuali: fiducia nella possibilità che l’organizzazione abbia la capacità di superare gli aspetti negativi esistenti
- Percezione di successo dell’organizzazione: rappresentazione della propria organizzazione come vincente
- Rapporto tra vita lavorativa e privata: percezione di un giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero
- Relazioni interpersonali: soddisfazione per le relazioni interpersonali costruite sul posto di lavoro
- Valori organizzativi: condivisione dell’operato e dei valori espressi dall’organizzazione
- Immagine del management: fiducia nelle capacità gestionali e professionali della dirigenza (credibilità)
La Mindfulness
Al fine di aumentare questi fattori di benessere spesso non basta eliminare le situazioni di ansia e stress negativo. Alcune aziende ritengono utile applicare una particolare forma di meditazione: la Mindfulness (o meditazione-vigile), che enfatizza il ruolo della consapevolezza, lucidità e “presenza mentale”.
Indispensabile è esperire la realtà vissuta in diretta e avere coscienza dei fatti in corso, materiale su cui si allinea l’intelligenza emozionale.
Come applicarla in azienda? Vediamo le caratteristiche principali di questa metodologia:
- Assorbimento nel qui-e-ora
- Creazione di spazi e momenti ad hoc
- Benessere psicofisico
- Armonia con se stessi
- Capacità di far fluire spontaneamente l’energia
- Abilità di focalizzazione della coscienza sulla prestazione in corso
- Pieno controllo dei propri mezzi e delle proprie risorse
Tramite il test MHQ si è riusciti a quantificare gli effetti positivi più oggettivi di queste tecniche:
- diminuzione del 31,03% della somatizzazione
- diminuzione del 31,25% della depressione
- diminuzione del 27,59% delle isterie
- aumento del 21,13% della positività e del benessere
- aumento del 12,99% della vitalità
Questo modo di essere nell’organizzazione permette altresì di accrescere l’attenzione selettiva e divisa, aumentando la resistenza alla distrazione.
Conclusioni
Riteniamo che le pratiche di Mindfulness possano essere utili al lavoratore solo se in supporto a politiche di welfare aziendale più concrete, cucite addosso alle esigenze di ogni singolo dipendente. In altre parole le aziende dovrebbero implementare servizi quali gli asili nido sul posto di lavoro, la maggiore flessibilità degli orari, il telelavoro, il monitoraggio del clima relazionale fra i dipendenti.