A cura di: Serena De Simone, Ilaria Diga, Rosaria Insalata, Vanessa Lillo, Martina Longoni – Master Scienziati in Azienda
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Il quadro che ha ispirato il nostro lavoro è un autoritratto di Frida Kahlo, pittrice messicana con una vita tormentata e piena di dolori. Non si può comprende a pieno l’opera senza conoscere la vita dell’artista. Affetta da spina bifida, all’età di 18 anni Frida Kahlo rimase gravemente ferita in un incidente e, a causa delle innumerevoli fratture, subì trentadue interventi chirurgici che la costrinsero a rimanere a letto per lungo tempo. Durante il periodo di immobilità iniziò a dipingere autoritratti e iniziò un personale percorso introspettivo. La sua sofferenza è visibile nell’opera attraverso i simboli usati: la collana di spine che le trafigge il collo, il colibrì morto, la scimmia e il gatto nero. La forte personalità si può intravedere dal suo sguardo impassibile e fiero, volto ad esprimere, anche attraverso il simbolo della farfalla, il segno di rinascita attraverso la trasformazione.
“Non arrendersi alle difficoltà ma fronteggiarle senza abbattersi o commiserarsi”: questo è il pensiero che ha toccato tutte noi guardando l’opera. La capacità di far fronte ai cambiamenti, alle sofferenze e ai dolori che meglio si esplica con la parola Resilienza. Quest’ultima rappresenta l’abilità di affrontare in maniera positiva un evento traumatico, di trasformarsi ed adattarsi ai cambiamenti della vita. Essa si può leggere negli occhi di persone che lottano per affermarsi, che non si arrendono e che affrontano il quotidiano con positività.
Un esempio di Resilienza per noi è rappresentato da quelle persone che, sentendo di essere nate in un corpo “sbagliato”, hanno intrapreso un percorso di scoperta e accettazione della propria identità sessuale. L’essere resiliente accompagna una persona transessuale durante tutto il percorso di transizione. Nei decenni precedenti il sesso di un individuo si identificava solo con il sesso biologico e si considerava la transessualità come un disturbo della personalità. Oggi invece questa è vista come una variante naturale del comportamento umano. Omosessuali, bisessuali ed eterosessuali si distinguono per un differente orientamento sessuale. Il transessuale, invece, è una persona che si trova nella condizione di “Transessualità” ovvero non trova la sua appartenenza nell’identità né maschile né femminile. I transessuali sono uomini o donne con tratti fisici caratteristici del loro sesso di appartenenza ma che non si rispecchiano in esso. Non bisogna confondere il termine transessuale con transgender: il transgenderismo è una corrente di pensiero che rifiuta gli schemi sociali classici i quali vedono uomini e donne divisi in base al sesso e all’orientamento sessuale. Nel nostro lavoro abbiamo percorso le tappe storiche che hanno portato il tema della transessualità ad essere oggetto di discussione sociale. Abbiamo spiegato come la resilienza sia presente nella vita di un transessuale e nelle problematiche che deve affrontare rapportandosi con la società, il mondo del lavoro e la famiglia. La principale causa di disagio è dovuta proprio alla non accettazione di sé e alla fatica nel processo di collocazione e integrazione all’interno della società. Abbiamo riportato esempi di persone transessuali che grazie alla loro forza interiore e resilienza riescono a convivere serenamente con il proprio corpo e a relazionarsi con la società circostante nonostante i pregiudizi. Contrastante e impressionante è invece la statistica secondo la quale un’elevata percentuale di persone transessuali ha tentato il suicidio a causa del frequente rifiuto sociale.
Per propria natura l’uomo è spaventato da tutto ciò che non conosce ed è quindi solo attraverso un percorso di conoscenza e sensibilizzazione al tema della transessualità che essa non sarà più vista come un tabù ma semplicemente come una delle condizioni dell’essere umano.